Il flauto magico in prima assoluta

Il 30 settembre 1791 a Vienna, in un teatro piccolo di nome Theater auf der Wieden, viene rappresentata in prima assoluta l’opera teatrale “Il flauto magico” composta da Wolfgang Amadeus Mozart.

“Il flauto magico” è un opera teatrale appartenente al genere del Singspiel (termine che significa letteralmente “recita cantata”), un genere operistico in voga tra il XVIII e il XIX secolo, sorto e sviluppatosi in area tedesco-austriaca, caratterizzato dall’alternanza di parti recitate e parti cantate. A differenza dell’opera italiana, che prevede recitativi cantati, nel Singspiel i recitativi sono invece recitati, in lingua tedesca, come nel teatro di prosa.

Locandina della prima rappresentazione, nel 1791

L’ opera “Il flauto magico” fu il culmine di un periodo di crescente coinvolgimento di Mozart con la troupe teatrale di Shikander, la quale fin dal 1789 risiedeva e recitava al Theater auf der Wieden. Mozart aveva una amicizia stretta con uno dei cantautori della troupe, il tenore Benedikt Schack, e aveva contribuito alle composizioni della troupe stessa, le quali erano scritte collettivamente.

Il libretto, ossia il testo, de “Il Flauto magico” è stato scritto ufficialmente da Emmanuel Shikander e trae ispirazione nei suoi contenuti da varie fonti, alcune certe, come “Oberon di Sophie Seyler, altre probabili come il racconto medievale romantico “Yvain” di Chretièn de Trois, Il romanzo “La vita di Sethos” di Jean Terrasson, e il saggio “Sui misteri degli egizi” by Ignaz von Born. Una lunga tradizione a riguardo ritiene inoltre che nell’opera siano riscontrabili chiari simbolismi ispirati dalla massoneria, organizzazione della quale Mozart peraltro era membro.

La trama dell’opera è ambientata in un antico Egitto fantastico e irreale. Il principe Tamino, inseguito da un serpente, chiede aiuto agli dèi e viene salvato da tre dame velate, ancelle della Regina della Notte. Le tre dame gli fanno vedere il ritratto della bella Pamina, figlia della Regina della Notte, e gli chiedono di liberarla poiché è prigioniera di Sarastro. In questa impresa sarà accompagnato da un divertente personaggio, l’uccellatore Papageno, e si servirà di uno strumento magico, un flauto che con il suo suono lo proteggerà da ogni pericolo. La strada verso il castello di Sarastro verrà indicata da tre geni fanciulli. Tamino scoprirà tuttavia che Pamina è stata in realtà sottratta agli intrighi della Regina della Notte dal saggio Sarastro, gran Sacerdote del tempio. Egli sottoporrà Tamino a tre prove di iniziazione (la prova del silenzio, la prova del dolore e quella dell’acqua e del fuoco), superate le quali potrà finalmente sposare Pamina.

Scenografia raffigurante la prova dell’Acqua e del Fuoco nei sotterranei
del Tempio.

“Il flauto magico” è stato interpretato utilizzando varie chiavi di lettura: oltre che come fiaba per bambini, è stato letto anche come racconto massonico o come storia a contenuto illuminista. Oltre al filone razionalista della cultura massonica del ‘700, l’opera documenta un filone caratterizzato dal misticismo e con l’attrazione per i misteriosi scenari dell’Oriente, da esotismo. Mozart vi affronta tematiche, tipiche della cultura massonica, e a lui care: morte e rinascita, rapporto tra terreno e ultraterreno, iniziazione e prova come cammino per giungere all’amore universale. La Rivoluzione francese porterà a “politicizzare” i personaggi: la perfida Regina della Notte sarà associata all’odiato Ancien Régime, Sarastro all’Illuminismo.

Papageno nel francobollo per il bicentenario dell’opera e della morte di Mozart (1991)

La prima rappresentazione ebbe molto successo, ma Mozart morì nello stesso anno in cui venne allestita la prima volta. Dopo le prime recite, Mozart scrisse alla moglie Constanze Weber: “Sala sempre piena come sempre. Il duetto Mann und Weib e il Glockenspiel del primo Atto sono stati bissati come al solito, come pure il terzetto dei Fanciulli del secondo Atto; ma quello che mi ha fatto più piacere è il plauso silenzioso della platea. Si vede bene quanto quest’opera stia crescendo sempre più nella stima del pubblico“.

L’opera, molto famosa, ha ricevuto numerosi adattamenti, di cui tra i più recenti uno cinematografico diretto da Kenneth Branagh e presentato nel 2006, con lo stesso nome “Il flauto magico”, ambientato durante la prima guerra mondiale.

L’immagine d’apertura: Karl Friedrich Schinkel, Apparizione della Regina della notte, guazzo per una scenografia del Flauto magico (1815).

Bibliografia e fonti varie

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