Smantellato un grosso giro di prostituzione cinese in Toscana che aveva come base Poggibonsi, con case di appuntamenti anche a Siena, Arezzo, Lastra a Signa, Poggio a Caiano e due a Empoli.
A conclusione di oltre un anno d’indagini condotte dalla polizia municipale di Poggibonsi, sono state eseguite perquisizioni e sequestri, in stretta sinergia con la polizia di Stato. Arrestati una donna di 37 anni, in Italia da almeno 10 anni sotto diversi falsi nomi, e un uomo di 44, entrambi cinesi che gestivano le 7 case di appuntamenti.
Favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, favoreggiamento della permanenza in clandestinità, falso materiale e sostituzione di persona, perpetrati più volte, sono i reati accertati.
L’operazione ha portato anche all’individuazione di alcune prostitute sprovviste di permesso di soggiorno per le quali sono in corso, da parte dell’ufficio immigrazione della questura di Siena, i procedimenti d’espulsione.
Le indagini sono scattate quando alcuni abitanti nella zona degli impianti sportivi di Poggibonsi, in località Bernino, si sono presentati al comando della plizia municipale lamentando un continuo andirivieni di uomini che finivano talvolta per suonare i campanelli sbagliati sia di giorno che di notte.
Accertare che nell’appartamento segnalato si stava svolgendo attività di prostituzione è stato semplice; ben più complesso è stato attribuire a persone in carne ed ossa la responsabilità di quanto stava accadendo. Contratti di affitto, intestatari di conti correnti e tutto ciò che poteva condurre a qualcuno contro il quale poter procedere, risultava sempre sotto falso nome o riferito a prestanome non rintracciabili.
L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore di Siena Silvia Benetti e svolta dai responsabili dell’ufficio falso documentale e della polizia giudiziaria del comando di Poggibonsi, ha portato ad individuare chi in effetti curava gli affari ed aveva organizzato l’attività. Si è potuto così appurare che gli stessi soggetti gestivano anche una seconda casa nella zona di San Prospero a Siena. Non solo. La donna, poi risultata essere il capo indiscusso del giro di prostituzione, aveva preso in quell’appartamento la residenza sotto falso nome, senza avervi mai abitato.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre ad alcune telecamere posizionate nei pressi delle due abitazioni, hanno evidenziato un notevole giro di clienti, sia a Poggibonsi che a Siena, e la collaborazione fra i rispettivi comandi di polizia municipale ha consentito di chiudere il cerchio sugli organizzatori dell’attività.
In particolare, anche grazie alla capillare attività investigativa effettuata dai poliziotti della questura di Siena, fatta di appostamenti e pedinamenti, soprattutto nell’empolese, si è potuti arrivare a individuare il luogo dal quale la donna gestiva i suoi affari.
Al momento degli arresti di donna e uomo, sono scattate le perquisizioni e i sequestri degli appartamenti nei quali si svolgeva l’attività di prostituzione. Nella fase esecutiva delle misure cautelari, la polizia di Stato, e in particolare i poliziotti della squadra mobile di Siena e del commissariato di Poggibonsi, con la collaborazione dei colleghi di Firenze, Prato e Arezzo, hanno fornito un contributo fondamentale, unitamente alla polizia municipale, per l’esito positivo dell’operazione.
A seguito delle perquisizioni, sono stati sequestrati una decina di dispositivi elettronici, fra telefoni cellulari e tablet, un’ingente somma di denaro, circa 50 fra passaporti e tessere sanitarie, contratti di locazione stipulati nel tempo dai due indagati e relativi agli appartamenti ove si svolgeva il meretricio, oltre a quaderni ove erano segnati gli appuntamenti, e numerose scatole di profilattici.
I due arrestati dovranno rispondere anche di reati in materia di falsità materiale (carte d’identità e permessi di soggiorno contraffatti) e sostituzione di persona. L’arrestata pur essendo in Italia sotto falso nome da una decina di anni, ovvero in clandestinità, risulta essere stata affittuaria di numerosi appartamenti in giro per la penisola, isole comprese, nei quali ha gestito le stesse attività, nascondendosi dietro ad una scia di documenti falsi che le hanno consentito di rimanere finora incensurata.