La psicosi coronavirus ha mille sfaccettature. Tra le più inquietanti e pericolose quella di fomentare odio, pregiudizio e diffidenza verso le persone di minore età. Tra le esortazioni di istituzioni e società civile a non creare falsi allarmismi e cavalcare fake news, è quasi assente l’appello a tutelare i più deboli: bambine e bambini, ragazze e ragazzi che nella marea di notizie, articoli, post social e caccia alle maschere protettive rimangono indietro. Lo rileva la garante per l’infanzia della Toscana, Camilla Bianchi.
«Non dimentichiamoci di loro. Non scordiamo il nostro ruolo di adulti, spieghiamo loro che quel falso pregiudizio di essere riconosciuti origine e causa del virus non ha senso. Siamo più forti delle nostre stesse paure», è l’appello della garante, in risposta a Massimiliano Martigli Jiang , cinese di nascita, italiano di adozione che sul profilo social dell’Unione giovani italo-cinesi ha chiaramente osservato l’odio fa più paura.
«Quanto scritto da Massimiliano fa scuola. A volte sono i ragazzi, gli adolescenti, le bambine e i bambini che nella loro schietta trasparenza insegnano a noi adulti come stare al mondo. Impariamo da loro, accettiamo questa lezione con umiltà e ricordiamoci sempre che l’intolleranza divide e uccide – prosegue Camilla Bianchi – Ci siamo appena lasciati alle spalle la Giornata della Memoria, ci apprestiamo a celebrare il Giorno del ricordo. Ogni monito contro l’indifferenza e l’intolleranza sarà vano se oggi non ascoltiamo un giovane ragazzo che chiede di non essere trattato come un virus».