Radio Dead, dove si trasmette solo musica di artisti morti

Per il mondo della musica questo 2016 non è iniziato bene e, se possibile, sta proseguendo anche peggio. Appena prima della fine dell’anno, un cancro estremamente aggressivo ha portato via Lemmy Kilmister, 70 anni, fondatore e leader dei Motörhead. Non è passato un mese e il 10 gennaio una seconda scomparsa ha sconvolto il mondo intero, e non soltanto quello della musica. David Bowie, il Duca Bianco, ci ha lasciati dopo appena tre giorni dall’uscita del suo ultimo lavoro. In questo elenco funebre, non possiamo non includere Glenn Frey, chitarrista degli Eagles e, lutto più che recente, Prince, trovato senza vita il 22 aprile, in uno degli ascensori della sua casa, e studio di registrazione, a Minneapolis.

Spesso la morte di un grande artista consacra la sua vita e le sue opere nel firmamento del rock. Constatazione semplice. Ma deve aver pensato a questo Steve Penk, ex dj di Virgin Radio e di Capital, quando ha deciso di creare un canale web dedicato esclusivamente alle canzoni di musicisti defunti, senza dubbio con la possibilità di un’ottima e ampia scelta.

Radio Dead, così si chiama, promette di trasmettere 24 ore su 24 solo opere di artisti morti, forte del vasto archivio musicale da cui può attingere. È lo stesso Penk a scrivere come questa trovata, per alcuni malsana, per altri geniale, sia nata: «L’idea mi è venuta verso gennaio, quando abbiamo perso tanti meravigliosi artisti. Quando una grande star della musica muore, le stazioni radio hanno un picco di attività incredibile, che dura pochi giorni, per dissolversi poi nel niente. E tornano a trasmettere Justin Bieber ogni dieci minuti – spiega Penk – Quando ho iniziato a costruire un possibile palinsesto ero sbalordito dall’elenco di artisti straordinari che avevo fra le mani, di cui molti non venivano più suonati in radio… quella era la vera tragedia».

Sebbene molti, in un primo momento, abbiano pensato a Radio Dead come a uno scherzo, si sono dovuti ben presto ricredere per l’assoluta serietà del progetto, che vuole celebrare il talento delle star che hanno inciso in modo indelebile la storia della musica.

Per quanto riguarda il nome, crudo e diretto, il suo creatore ha semplicemente detto che sebbene avesse pensato a qualche alternativa meno azzardata, non ha trovato nient’altro di così efficace: «Avrei potuto scegliere qualcosa di più melenso e prevedibile ma poi ho capito che Radio Dead era quello giusto: va dritto al punto».

Camilla Saya

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