tribunale di prato

Violenza donna su ragazzo: rapporti sessuali fino a tutto febbraio

I rapporti sessuali tra la donna di 31 anni di Prato e il minorenne padre del suo ultimo figlio sono iniziati nella primavera del 2017, quando il ragazzo non aveva ancora compiuto 14 anni, e sono durati, a più intervalli, fino al febbraio 2019. Lo hanno appurato gli investigatori della squadra mobile coordinati dalla procura della Repubblica di Prato. Le indagini hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda, comprese le pressioni psicologiche della donna sul ragazzino. Su iniziativa di lei, e con il giovanissimo padre sotto ricatto psicologico, la coppia ha avuto rapporti completi anche dopo la nascita del bambino e quando le indagini erano già state avviate.

Gli atti sessuali sono per altro andati oltre la penetrazione vaginale e si sono infine svolti con la donna che ha abusato dell’inferiorità psicologica del minorenne e del senso di colpa che quest’ultima aveva maturato per essere il padre del piccolo. Di fatto, fino a poche settimane fa la 31enne ha assillato il ragazzo con centinaia di messaggi, in particolare su Whatsapp, chiedendogli di vederlo per consumare rapporti sessuali. Per convincerlo, ha minacciato il suicidio, dichiarandosi innamorata fino alla follia e incapace di reggere la rottura della relazione amorosa, sia di carattere sessuale che sentimentale.
La donna ha inoltre fatto leva sulla somiglianza tra il figlio e il giovanissimo e forzato amante. In particolare, ha garantito al minorenne che, in caso di incontri, avrebbe evitato di portare il bambino alla palestra frequentata dal ragazzo, dove tutti si sarebbero appunto resi conto della somiglianza.

La vicenda è iniziata con la decisione dei genitori del ragazzo di affidarlo alla donna per ripetizioni d’inglese, in vista dell’esame di terza media, e gli incontri sia d’istruzione che sessuali si sono verificati sia a casa del ragazzo che della donna, nel primo caso in assenza dei genitori e nel secondo del marito e dell’altro figlio di quest’ultima.

Della vicenda, all’inizio di quest’anno, si è resa conto la madre del ragazzo, dopo che insieme al marito aveva notato l’intensificarsi dell’attività di loro figlio sui social e sorprendendolo a scambiarsi messaggi con la donna che si lamentava di presunti maltrattamenti da parte del marito. Messo alle strette il ragazzo e letta la conversazione, la madre ha aumentato i suoi sospetti, ulteriormente accresciuti in altre circostanze fino a decidersi, all’inizio di marzo, a denunciare il tutto.

Da quanto si è appreso, inoltre, il marito della donna sapeva benissimo di non essere il padre del bambino nato nei mesi scorsi e che la moglie, del resto, aveva detto chiaro e tondi, in ambienti frequentati dalla coppia, di avere avuto il secondo figlio da un giovane di 25 anni, nascondendo insomma soltanto l’età del ragazzo.

Dalle indagini è inoltre emerso che la donna non si è mai resa conto, né si rende conto, della gravità del suo comportamento, aggravato dal rinvenimento di centinaia di conversazioni su Whatsapp e dal ritrovamento delle tracce di ricerche sul web verso siti di pedo-pornografia. La misura degli arresti domiciliari, inoltre, è stata decisa anche in ragione dei contatti Facebook, e relative conversazioni, tra la donna e altri ragazzi.

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