Quattro tartarughe marine, ormai morte, sono state recuperate dal 1 al 4 giugno lungo la costa toscana. Lo rende noto l’Arpat, spiegando che si tratta di esemplari di Caretta caretta, la cui presenza era stata segnalata da cittadini. Il primo esemplare è stato ritrovato il 1 giugno a Viareggio, il secondo e il terzo recuperati a Livorno il 3 giugno e l’ultimo ritrovato sulla spiaggia della Feniglia il giorno seguente, 4 giugno. L’Arpat precisa che i recuperi delle tartarughe morte non devono allarmare perché, se confrontati con l’anno precedente, sono per il momento 9 in più, ovvero 23, rispetto ai 14 dello stesso periodo del 2019.
Gli esemplari recuperati a Livorno, uno presso la banchina della sede dell’Assonautica nel porto mediceo e l’altro sulla spiaggetta sotto la Chiesa di San Jacopo e quello recuperato a Viareggio, sono stati esaminati dalla veterinaria della sede di Pisa dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Lazio e Toscana. Quello spiaggiatosi alla Feniglia è stato invece subito smaltito a causa dell’elevato grado di putrefazione.
Il referto necroscopico purtroppo non può contenere elementi significativi per capire la causa della morte perché gli esemplari erano tutti in un avanzato stato di decomposizione e gli organi interni non erano quasi più riconoscibili il che fa presupporre una morte avvenuta almeno dieci giorni prima.
I tre esemplari esaminati erano tutti maschi di dimensioni piuttosto grandi, in particolare l’esemplare di Viareggio, il più grosso, pesava 47 kg ed aveva un carapace lungo 74 cm; gli esemplari di Livorno pesavano rispettivamente 45 e 23 kg con una lunghezza di carapace di 72 e 60 cm. Su questi esemplari è stata comunque effettuata una necroscopia con esame anatomo-patologico completo, con conseguente campionamento di organi e tessuti; tuttavia, dato il pessimo grado di conservazione degli esemplari, sarà possibile eseguire solo analisi di tipo virologico e tossicologico, tutt’ora in corso.
Solo per il primo esemplare ritrovato al Porto mediceo di Livorno è possibile presupporre una morte avvenuta forse per annegamento a causa di un trama o perché rimasto intrappolato nelle reti.
Il secondo esemplare di Livorno era invece molto magro, senza presenza di grasso di accumulo, il che fa pensare ad uno stato di sofferenza che, forse, lo ha portato alla morte.