Hanno provato a riconsegnare un cane smarrito ma, appena giunti sulla porta del proprietario, è scappato un altro animale. Le guardie zoofile dell’Earth di Prato hanno di conseguenza dato uno sguardo ai locali, trovando un terzo cane con la coda mozzata. Il proprietario, un giovane imprenditore cinese, è finito così nei guai, con una denuncia penale per maltrattamento di animali. Rischia fino a un anno e mezzo di reclusione o la multa fino a 30.000 euro.
Durante un pattugliamento nella zona industriale del Macrolotto, le guardie Earth si sono imbattute in un cane di razza spitz che correva libero in mezzo alla strada. Recuperato e messo in sicurezza l’animale, grazie alla lettura del microchip le guardie sono risalite al proprietario, un cittadino di nazionalità cinese a cui è stato subito riconsegnato.
Una volta arrivate davanti al capannone per restituire l’animale, le guardie si sono però rese conto che qualcosa non andava. Appena il proprietario ha aperto la porta, è uscito correndo un secondo cane che è stato acciuffato prima che potesse attraversare la strada.
All’interno del capannone, alcune persone stavano cercando di nascondere qualcosa dentro ad una scarpiera. Le guardie a quel punto hanno intimato alle persone di aprire la scarpiera. Al suo interno era nascosto un cucciolo di barboncino di circa 3 mesi, privo di microchip e documenti. Nel capannone era presente anche una femmina di barboncino di circa 2 anni, madre del piccolo, anch’essa priva di documenti comprovanti l’iscrizione all’anagrafe canina e con un microchip non identificabile.
Inoltre, l’esemplare aveva subito una totale amputazione della coda ed il proprietario era sprovvisto della relativa documentazione medica.
Da qui la denuncia per maltrattamento di animali, reato punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
A Prato, sul versante della tutela degli animali si registrano, di questi tempi, nuovi problemi. «Ci sono zone della città totalmente fuori controllo dove alcuni individui fanno degli animali ciò che vogliono, ignorando completamente leggi e regolamenti. In queste zone il concetto di legalità è costantemente calpestato ed è totalmente assente la sensibilità nei confronti degli animali, utilizzati spesso come veri e propri antifurto o, ancora peggio, come soggetti da riproduzione, detenuti in piccole gabbie, privi spesso di microchip e documenti di identificazione originando, oltre che alla sofferenza, un commercio di animali totalmente fuori controllo. È giunto il momento in cui tutti, istituzioni comprese, prendano coscienza di questa situazione prima che sia troppo tardi, tutto questo non è più accettabile», dice il presidente di Earth Prato, Cristiano Giannessi.