Agnelli? Non ha bisogno dei miei soldi ma avrei fatto come Gheddafi. Il Milan? Me ne sono interessato. L’Italia? Debole in politica e forte nel calcio. Ecco riassunto in via sbrigativa il pensiero di Rocco Commisso.
Il nuovo proprietario della Fiorentina è uomo pratico e profondo al contempo, forte di quel patrimonio che s’è costruito da sé (in America può capitare davvero) e di una gran passione per il calcio che si porta dietro da che, ragazzino, lasciò l’Italia. Si è laureto in una delle università più prestigiose del mondo grazie a una borsa di studio vinta con le sue doti di calciatore. Sì, perché non è una bufala dire che negli Usa con lo sport si va avanti nella vita e che, sempre da quelle parti, il calcio è uno degli sport, se non addirittura lo sport, più praticati nelle università.
Un’intervista rilasciata due anni fa al magazine We Are Italians ci aiuta a conoscerlo un po’.
Proprietario dei New York Cosmos e appassionato di calcio da sempre, Rocco Commisso ha le idee chiare e, non è un difetto, la sua passione juventina è vera e antica (non troppo, visto che ha 69 anni); secondo che sarebbe l’ora che la Juventus perdesse, non fosse altro che un campionato vinto sempre dalla stessa squadra diventa noioso. Se all’età e al desiderio di veder riesplodere il massimo campionato italiano si aggiungono competenza, grinta (chiamiamola pure cose) e il desiderio di compiere qualcosa, comprando la società viola, che non sia soltanto un investimento, le premesse paiono buone. Rocco Commisso non vuole speculare. Sta sborsando sui 170 milioni e deve vedere come sistemare Pantaleo Corvino, che non rientra nei suoi piani ma che ha un altro anno di contratto, e Vincenzo Montella, che di anni di contratto ne ha di più ma che pare vacillare.
Rocco Commisso deve costruire e vuol farlo per vincere. Che cosa e quando non è per forza di cose dato a sapersi. Ma pare determinato, a quel che s’apprende, a farlo con la Fiorentina e, aspetto tutt’altro che secondario, per l’intero movimento calcistico italiano.
Quando comprò i New York Cosmos, Rocco Commisso si era già affacciato in Italia, dalle parti di Milan e Juventus ma non solo, per vedere se poteva entrare nel mondo del pallone azzurro.
«Mi hanno contattato numerose volte per comprare una squadra italiana», rispose Rocco Commisso all’intervistatore, spiegando di essere stato chiamato in causa per un’eventuale acquisto del Milan e che già 19 anni prima (adesso son 21) gli chiesero se voleva comprare la Sampdoria. A proposito d’italiani d’America, in questo caso Pallotta, gli venne pure proposto di partecipare all’acquisto della Roma. Al sud lo chiamarono anche da Catania, Palermo, Pescara e, lui che è calabrese di nascita, Reggio Calabria.
Rocco Commisso declinò ogni invito. Motivo? «Ero un fedele fan della Juventus fin da quando ero giovane a giocare a calcio sulle spiagge sabbiose della Calabria. «Incontrai anche gli Agnelli ma non avevano bisogno dei miei soldi. La mia proposta alla Juventus non era quella di comprare la squadra. Volevo fare qualcosa di simile a quando Gheddafi della Libia ha comprato un pezzo di Juventus 20-30 anni fa» da puro e semplice tifoso-azionista.
Tifo a parte, la passione per il calcio di Rocco Commisso è talmente grande che ora vuol farsi intendere come patron della Fiorentina. E anche vincere finalmente qualcosa, sul campo e in lega. Il motivo risiede in fondo, come sempre, nella passione stessa e nelle idee chiare sull’Italia. « A mio parere, ha un sistema politico impossibile, gli Stati Uniti ne hanno uno molto migliore. Ma nel calcio professionistico l’Italia ha una grande organizzazione, mentre qui le cose vanno molto male».
Sarà pure del 2017 ma l’intervisa a Rocco Commisso merita di essere letta. Ecco il link alla versione italiana: https://www.wetheitalians.com/interviews/truely-successful-italian-american-story-meet-rocco-commisso