Riflettore puntato sulla Asl Toscana Sud Est, in commissione Sanità presieduta da Enrico Sostegni (Pd). Si sono infatti svolte questa mattina le audizioni del direttore dell’Azienda Antonio D’Urso e degli altri vertici in merito alla relazione sanitaria 2021. Come ha ricordato il presidente Sostegni, la Commissione deve ascoltare sulla relazione sanitaria i rappresentanti delle varie Asl, e questa volta ha deciso di effettuare audizioni interamente dedicate a ogni Asl per avere un panorama più approfondito ed esaustivo, con la presenza durante le sedute anche dei rappresentanti del Consiglio dei cittadini per la salute.
D’Urso ha delineato un quadro con molte luci ma anche ombre per un’azienda che ha un’enorme estensione territoriale, occupando quasi metà della superficie della Toscana, con una densità di popolazione non alta e molto varia da territorio e territorio, e una popolazione molto anziana (il 26% ha più di 65 anni), in cui esistono difficoltà per i piccoli ospedali e per garantire i servizi nelle zone più disagiate.
Per quanto riguarda il rispetto dei criteri dei nuovi sistemi di garanzia, l’Asl Sud Est presenta dati positivi. Il cosiddetto ‘catchment index’ per le visite è il migliore di tutta la Toscana e si attesta in media sopra l’80% (cioè riesce a rispondere nei tempi previsti all’80 per cento delle domande di ricevere un servizio sanitario). Buone le performances sul basso tasso di ospedalizzazione, con l’eccezione dei tagli cesarei primari nell’ospedale di Grosseto, effettuati in numero più alto che altrove, così come emerge la necessità di rafforzare le cure palliative. Ottimi i dati sugli screening, mentre risulta insufficiente la copertura vaccinale nei bambini sotto i 24 mesi (probabilmente per mancanza di registrazione dei vaccini somministrati).
I tempi di attesa per le visite sono “verdi” per la maggior parte delle specialità, con alcune eccezioni “rosse” a seconda dei territori. Nella diagnostica invece si registrano criticità nell’ecocolordoppler, nella risonanza magnetica e nelle prestazioni di elevata complessità.
Per abbattere i tempi di attesa è stato effettuato un grande sforzo per implementare i servizi di medicina a distanza: dal 2020 sono state effettuate ben 42 mila televisite.
La soddisfazione degli utenti sui servizi ricevuti è alta e il giudizio è ottimo in oltre il 66% dei casi, anche se si deve tenere conto del fatto che il questionario di gradimento è compilato solo dal 60 per cento degli utenti.
Le dolenti note arrivano, ha spiegato D’Urso, quando si toccano i vincoli della gestione del capitale umano. La carenza dei medici specialisti rappresenta un problema molto grave. “I medici specialisti sono pochi e, in un’ottica di mercato, scelgono dove andare, altrimenti non accettano” ha spiegato il direttore. Se a questo si somma il fatto che “le procedure di assunzione sono lunghe e farraginose rispetto al privato” il risultato è che ci sono difficoltà a coprire i posti, soprattutto in alcuni territori. Attualmente mancano circa 170-180 medici specialisti; carenza a cui si sopperisce con lo strumento della produttività aggiuntiva, che costa sui 12 milioni di euro. Anche il numero degli infermieri, incrementato negli ultimi anni, è carente nella prospettiva dell’organizzazione dei futuri servizi sul territorio.
Sulla gestione della transizione digitale l’azienda è particolarmente impegnata. Ultimo vincolo, quello della vetustà delle strutture. Per quanto riguarda i fondi messi a disposizione del Pnrr, 78 milioni di euro, l’azienda non presenta ritardi ma c’è preoccupazione per l’aumento generalizzato dei costi. Consistente, infine, lo sforzo per la transizione ecologica: il 28% dell’energia utilizzata è autoprodotto e sono stati sostituiti 200 veicoli a diesel o benzina con mezzi ecologici.
Andrea Ulmi (Lega) ha annunciato che, tra le altre cose, lavorerà sulla questione Estar, che “evidentemente rappresenta un problema per le lunghe procedure”. Donatella Spadi (Pd) ha sottolineato l’importanza di incrementare la telemedicina in un territorio come il sud-est della Toscana e di considerare l’eliminazione del numero chiuso a medicina. Diego Petrucci (FdI) ha osservato che in Toscana il sistema normativo su medici e infermieri è il peggiore d’Italia, perché pone più vincoli che altrove per esercitare anche la professione privata, con il risultato che per guadagnare di più il personale si trasferisce in altre regioni. Enrico Sostegni ha ringraziato D’Urso e gli altri rappresentanti della Asl per aver fornito un quadro complessivo della situazione, che presenta molti elementi positivi e dei problemi, e ha invitato a non abbandonare a livello nazionale la lotta per ottenere finanziamenti per la sanità e per abbattere le barriere sull’assunzione del personale.
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