forno crematorio firenze (2)

Sanità: no alla realizzazione di nuovi impianti crematori in Toscana

La moratoria varrà 12 mesi dall’entrata in vigore della legge in attesa dell’approvazione del primo Piano regionale di coordinamento

di Ufficio Stampa CRT

Firenze – Nelle more dell’approvazione del primo Piano regionale di coordinamento e per dodici mesi dall’entrata in vigore della nuova legge regionale, non sarà consentita la realizzazione di nuovi impianti crematori su tutto il territorio regionale, ad eccezione di quelli per i quali i Comuni abbiano già approvato il progetto di costruzione.

Questo è quanto dispone la nuova legge approvata dall’Aula e illustrata dal presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd). Il provvedimento introduce modifiche alla legge regionale 29 del 2004. Si tratta di un testo unificato che ha riunito due diverse proposte di legge, la prima della Giunta regionale, la seconda presentata dai consiglieri di Italia viva, Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci. È previsto dalla legge nazionale che le Regioni debbano elaborare Piani regionali di coordinamento per la realizzazione dei crematori da parte dei Comuni, anche in associazione tra essi, tenendo conto della popolazione residente, dell’indice di mortalità e dei dati statistici sulla scelta crematoria da parte dei cittadini di ciascun territorio comunale.

Durante l’illustrazione il presidente Sostegni ha spiegato che “in commissione è stato evidenziato che la regione Toscana, in base ai dati raccolti su popolazione residente, indice di mortalità e dati statistici sulla scelta crematoria, ha impianti più che sufficienti rispetto alle necessità. I dati di riferimento a livello nazionale parlano di un forno crematorio ogni 400mila residenti, o di un forno crematorio ogni 4mila decessi. Applicando questi requisiti la Toscana dovrebbe averne otto o nove e invece ne ha dieci con tredici linee di cremazione, equamente distribuiti sul territorio. Vengono fatte circa 20mila cremazioni l’anno in linea con la media nazionale. Tutti elementi che ci hanno portato a stabilire che c’erano le fondamenta per deliberare una moratoria ad eccezione di quelli per cui i comuni abbiamo già approvato il progetto di costruzione”.

Molto soddisfatto il consigliere regionale Maurizio Sguanci per un percorso normativo di cui ha rivendicato il contributo importante di Italia Viva “e presto – ha aggiunto – spero che ci doteremo di un regolamento sulle onoranze funebri per tutelare le famiglie”.

Per il vicepresidente della commissione Sanità Andrea Ulmi (Lega): “si tratta di una norma transitoria che mette una toppa a una situazione che il Partito democratico non ha risolto. La moratoria di 12 mesi è l’ennesimo rinvio e non siamo certi che tra un anno sarà tutto pronto e per questo non possiamo votare a favore di una norma che tampona una situazione in cui il Pd ha gravemente fallito. C’è stata una proliferazione dei forni crematori senza criterio quando serviva una programmazione precisa da fare tanti anni fa”.

La consigliera regionale del Partito democratico Anna Paris ha invece detto di “apprezzare molto l’intervento amministrativo, in una Regione dove la cultura della cremazione ha una lunga storia e c’è grande sensibilità su questo tema. Il problema semmai riguarda il business delle onoranze funebri”.

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