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Sanità: per le RSA maggiore governance pubblica e più controlli

di Emmanuel Milano, 9 marzo 2022

Firenze – Rafforzare la centralità della programmazione e della governance pubblica della RSA, le Residenza Sanitarie Assistenziali, a partire dall’elaborazione a livello territoriale di un’analisi dei bisogni di salute della popolazione anziana, dell’offerta assistenziale esistente e del fabbisogno di posti letto, ed evitare possibili elusioni dei requisiti per l’apertura di nuove strutture, a partire da quelli strutturali che prevedono una capacità massima ricettiva di 80. Sono questi gli obiettivi della mozione approvata a larga maggioranza dal Consiglio regionale della Toscana.

Il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni (Pd) ha presentato l’atto spiegando che “la Giunta nello scorso mese di giugno ha avviato un percorso di confronto per ristrutturare l’insieme dei servizi per la non autosufficienza. L’orientamento è quello di andare meno verso la residenzialità, con la possibilità di rimanere a casa il più possibile per la persona non autosufficiente, e la personalizzazione dell’organizzazione del servizio, rispondendo alle specifiche esigenze dell’individuo. In Toscana si vede invece la nascita di servizi di di residenza sanitaria assistita anche in luoghi dove non c’è esigenza, e sempre con la stessa tipologia di servizio”.

Per il presidente della Commissione è necessario avviare una riflessione su due aspetti: “Provare a recuperare una governance del sistema dei servizi, senza limitare l’iniziativa dei privati, e fare in modo che i requisiti previsti vengano rispettati facendo restare così alto il livello dei servizi offerti dalla Regione. Per questo viene chiesto alla Giunta di provare a pensare quali possano essere gli elementi per creare un governo pubblico, o più vicino alle esigenze che arrivano dal territorio, e monitorare le possibili elusioni di requisiti importanti”. 

Ampio il dibattito che ha coinvolto i partiti e dai banchi dell’opposizione da parte del consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi è arrivata la richiesta di ritirare la mozione: “perché fa parte di un capitolo specifico di quello che sarebbe l’impianto della risoluzione della commissione Sanità sugli Stati Generali della Salute”. Il consigliere di Fratelli d’Italia Diego Petrucci ha chiesto il rinvio in Commissione per approfondire il tema, aggiungendo che “si tratta di una materia che va regolata per legge, ma che a un certo punto si è cambiato il sistema approvando delibere di Giunta”.

Il collega di partito e capogruppo Francesco Torselli ha sottolineato poi come “si tratti di una mozione condivisibile in linea di principio, visto che le RSA toscane sono un sistema da difendere e valorizzare, ma che con i fatti la Regione sia andata in una direzione opposta inaugurando a Cecina una maxi-struttura. Mi auguro che un atto arrivi in Aula, ma con chiarezza, senza fare maxi-operazioni, e rivedendo lo stanziamento su quanto la Regione investe su questo sistema, altrimenti rischia di non stare più in piedi continuando la pandemia”.

Il presidente Sostegni ha replicato spiegando di “condividere il ragionamento sulla necessità di un approfondimento più organico e pensato. Ne stiamo ragionando anche con l’assessore competente ed è necessario confronto sulla normativa nazionale”. Ma aggiungendo che “contestualmente c’è bisogno che dal Consiglio venga espressa una volontà specifica, respingendo la richiesta di Lega e Fratelli d’Italia”.

L’assessore Serena Spinelli a nome della Giunta “ha ribadito l’impegno a farsi carico di quello che viene chiesto nella mozione”. Aggiungendo che “è iniziato un lavoro di analisi con il sistema che va valutato nel suo complesso a partire dalle persone autosufficienti, ma che hanno bisogno di un’assistenza nelle loro abitazioni”.

“Abbiamo bisogno di migliorare i livelli di assistenza, come ci ha dimostrato la pandemia, e mantenere i livelli di socialità – ha aggiunto Spinelli – anche perché la Toscana può vantare delle strutture dove si vive la vita reale e che sono aperte verso l’esterno e vivono nella comunità in cui vengono ospitate. Le Residenza Sanitarie Assistenziali sono un pezzo importante del sistema, ma non l’unico. Il tema viene trattato nella missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, e, nelle due leggi in discussione, anche con modelli diversi di residenzialità, sia temporanea che permanente, più leggeri di cui la RSA resta una parte fondamentale del sistema”. L’assessore ha concluso l’intervento, rispondendo al consigliere Torselli, e facendo notare che “sono 206 i milioni di euro all’anno corrispondenti alle quote sanitarie, pari a 53,20 euro al giorno, più la quota sociale. Il patrimonio della RSA non va disperso, ma serve più qualità”.

Nella replica il consigliere Petrucci ha spiegato che la situazione è ben diversa da quella illustrata dall’assessore Spinelli, aggiungendo che il suo partito, Fratelli d’Italia “non parteciperà al voto”.

Il consigliere della Lega Giovanni Galli, nella sua dichiarazione di voto, ha detto: “Mi dispiace per l’assessore ma abbiamo un’altra visione. Le ho chiesto con una lettera un incontro, ci ha parlato, e ci ha detto che sta valutando. Con i gestori non vuole avere contatti e li contatterà a tempo debito. Ma noi crediamo che prima si ascolta e poi si fanno gli atti. Non è questo il modo di agire come è già accaduto sul tema delle case popolari”.

A chiudere il dibattito il capogruppo del Partito democratico Vincenzo Ceccarelli: “Voteremo sì. Siamo di fronte a un atto di indirizzo non risolutivo, approvarlo non limita e non elimina la necessità di andare avanti. Ma occorre, con la Giunta e assessore competente, che ci siano delle immediate assunzioni di provvedimenti. Siamo di fronte a un’urgenza. Queste sono indicazioni precise alla Giunta, e abbiamo deciso con un emendamento di impegnare anche il Consiglio. Così non perdiamo tempo. Nel proliferare delle strutture è necessario che abbiamo determinate caratteristiche senza eludere la legge”.

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