Si è tenuto questa mattina a palazzo del Pegaso, un incontro, promosso da Europa Donna, per fare il punto sul “Valore Sociale generato dalle associazioni di volontariato del tumore al seno”. Mazzeo: “Dobbiamo andare orgogliosi dei nostri professionisti nella sanità e dire grazie alle associazioni del volontariato che svolgono un lavoro enorme”
di Benedetta Bernocchi e Sandro Bartoli, 18 gennaio 2024
Firenze – Si è tenuto questa mattina a palazzo del Pegaso il convegno sul ‘Valore sociale generato dalle associazioni di volontariato del tumore al seno’. L’incontro è stato promosso da Europa Donna Italia, per affrontare il tema dello screening mammografico e dell’importanza del volontariato. Una rete molto attiva di volontariato si muove sul territorio per supportare le pazienti e fare prevenzione, sempre a fianco delle istituzioni. Si sono riunite istituzioni, rete oncologia e senologica regionale, associazioni di volontariato, ex pazienti.
“Abbiamo professionisti nella nostra sanità di cui dobbiamo andare orgogliosi. La strutturazione della rete senologica regionale ha permesso di riuscire a prevenire tanti tumori e salvare tante vite umane – ha esordito il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, che ha portato il saluto dell’Assemblea legislativa –. Spesso le istituzioni e la politica non sono all’altezza delle competenze e delle capacità. La Toscana è vista come un punto di riferimento e non deve fermarsi, altrimenti i livelli essenziali rischiano di essere tagliati per mancanza di risorse pubbliche. Il sistema del volontariato sta soffrendo tanto in questo momento, basta guardare i numeri e il calo dei volontari in tutte le associazioni, che invece sono essenziali, con il loro lavoro immenso, a supportare il sistema a tutela della salute. Alle dodici associazioni toscane che fanno parte di Europa Donna dobbiamo dire il nostro grazie. Sono il primo punto di contatto per una donna che scopre di avere una malattia e assicurano quel supporto che ora c’è nelle reti di accoglienza sanitaria in Toscana”. Il presidente conclude lanciando “una provocazione a noi stessi: proviamo a investire ancora di più sulla prevenzione, cerchiamo di ridurre l’età in cui inizia lo screening senologico”.
“Quella del tumore al seno è una sfida attuale, che ci deve vedere impegnati – ha detto il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Scaramelli –. I dati ci dicono che più del 69 per cento delle persone individua il tumore al seno sotto i 49 anni”. Ha poi espresso “massima vicinanza al mondo dell’associazionismo, che negli anni ha prodotto, grazie anche alla mia iniziativa legislativa, tanta innovazione. Penso alla presenza dei senologi nelle commissioni di invalidità, alla previsione di test genomici in Toscana, alle attività di screening e di prevenzione: sotto i 50 anni, oggi siamo arrivati a 45 anni, e credo che si debba fare qualcosa di più per abbassare ancora quell’età. Quello sulla prevenzione è sempre un investimento, non è mai una spesa”, ha concluso Scaramelli.
“La rete oncologica in Toscana è stata ora giudicata da Agenas la migliore a livello nazionale e anche sul tumore alla mammella e sulle attività della sua prevenzione, grazie anche al terzo settore, sta andando molto bene”, ha detto Enrico Sostegni, presidente della commissione Sanità del Consiglio regionale. “Il volontariato si è strutturato da tempo su questo tema in Toscana. Costituisce un esempio per più profili: per la promozione della prevenzione, aspetto essenziale che la Regione attua con l’aiuto del terzo settore, del volontariato e così diventa più efficace e riesce raggiungere più donne. C’è stata una strutturazione, con una rete di secondo livello, con la costituzione delle ‘breast unit’, che prevede la presenza del terzo settore, e una introduzione nell’organizzazione del sistema sanitario”.
La ‘Breast unit’ rappresenta un modello di assistenza focalizzato nella diagnosi (screening e diagnostica clinico-strumentale), cura e riabilitazione psicofisica delle donne affette da carcinoma mammario. “La rete senologica è presente da qualche anno in Toscana. Abbiamo tredici breast unit, che rispondono ai criteri che danno tranquillità e sicurezza: ad oggi possiamo dire che solo pochissimi numeri non vengono presi incarico dalle breast unit ed è grazie, che sono nate grazie a una battaglia importantissima fatta dall’associazionismo e dal volontariato, in particolare da Europa Donna”, ha affermato Gianni Amunni, coordinatore scientifico dell’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro) e direttore del dipartimento oncologico di Careggi.
L’intervento introduttivo è stato affidato a Rosanna D’Antona, presidente di Europa Donna Italia, che ha presentato l’analisi del valore sociale a livello nazionale. Pinuccia Musumeci, presidente di Toscana Donna, ha parlato delle “associazioni toscane affiliate a Europa Donna Italia e le associazioni affiliate a Toscana Donna, il lavoro svolto e l’impatto generato sul territorio”. La rete delle associazioni affiliate a Europa Donna Italia conta 12 associazioni in Toscana, diffuse in quasi tutte le province e molto attive nel territorio.
Il carcinoma della mammella è la prima causa di morte per tumore nelle donne in Italia, con il 13 per cento di decessi nel 2018, secondo i dati Istat. Nel 2022 sono state rilevate 55mila 700 nuove diagnosi, con un lieve incremento rispetto al 2020 (+0,5 per cento), ma nel contempo una riduzione della mortalità (-0,8 per cento), grazie alla sempre più ampia diagnosi precoce. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi della malattia è dell’88 per cento. Nel 2021 sono stati stimati 12mila 500 decessi.
In Italia, nel 2022, sono stati raccolti più di 300 mila euro di fondi, a conferma del valore e della fiducia accordate a queste associazioni nel nostro Paese. Le campagne di sensibilizzazione e divulgazione hanno permesso di raggiungere circa 2mila 200 donne. Nel corso dell’anno le associazioni hanno acquistato 2 strumentazioni di diagnosi (esempio ecografi, sonde, mammografi). Il contributo delle associazioni toscane – si legge nel report di Europa Donna Italia, continua ad essere di grande valore e capace di avere un impatto concreto sulla vita delle donne pazienti e non.
“È un grande onore per noi portare sui tavoli istituzionali questa analisi che sintetizza in modo efficace l’impegno dell’associazionismo di questo settore in Italia – ha dichiarato Rosanna D’Antona –. Da sempre siamo impegnate in campagne di sensibilizzazione, di advocacy e di informazione con l’obiettivo di portare i bisogni delle pazienti ad essere ascoltati nei tavoli dove vengono prese le decisioni per la salute dei cittadini”.
“Essere a fianco di Europa Donna Italia in questo e in altri progetti è per noi fondamentale, in quanto non agiamo solo come associazione, ma come rete più ampia e per questo più rilevante sia a livello regionale che nazionale”, ha spiegato Pinuccia Musumeci.
Ampio spazio è stato dedicato al punto di vista delle istituzioni, con gli interventi di Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale; Enrico Sostegni, presidente della commissione regionale Sanità; Simone Bezzini, assessore al diritto alla salute.
“Voglio ringraziare le associazioni che lavorano su queste materie, perché danno un contributo straordinario per promuovere la partecipazione al sistema sanitario, con stimoli e suggerimenti giusti”, ha detto l’assessore Bezzini. “Si tratta di un valore sociale che serve a far progredire l’attività di cura nella nostra regione”.