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SBARCATE IERI SERA AL PORTO DI LIVORNO LE 69 PERSONE SOCCORSE DA EMERGENCY NEL MEDITERRANEO CENTRALE 

UN RAGAZZO SIRIANO A BORDO: “SONO PARTITO PER LE DIFFICILI CONDIZIONI DI VITA E PERCHÉ NON VOLEVO DIVENTARE UN SOLDATO, VORREI INVECE FINIRE I MIEI STUDI IN GIURISPRUDENZA” 

EMANUELE NANNINI, CAPO MISSIONE DELLA LIFE SUPPORT: “LA NAVIGAZIONE PER LIVORNO CI HA IMPEGNATO PER DIVERSI GIORNI AGGIUNTIVI, RITARDANDO LA NOSTRA PRESENZA NEL MEDITERRANEO” 

Alle ore 23.45 di martedì 10 ottobre 2023, la nave Life Support di EMERGENCY ha terminato presso la banchina 57 del Porto di Livorno lo sbarco delle 69 persone soccorse in acque internazionali nel Mediterraneo Centrale. 

Siamo nel porto di Livorno dove ieri sera sono concluse le operazioni di sbarco dei 69 sopravvissuti che abbiamo recuperato in tre diverse operazioni di soccorso – commenta Emanuele Nannini, capomissione della Life Support – Lo sbarco si è svolto senza complicazioni anche grazie alla collaborazione delle autorità locali a cui avevamo fornito tutte le informazioni utili per mantenere uniti i nuclei familiari e attenzionare i casi vulnerabili. Purtroppo la navigazione per Livorno ci ha impegnato per diversi giorni aggiuntivi, ritardando la nostra presenza nel Mediterraneo, un luogo che sta diventando un cimitero anche a causa della mancanza di una missione di ricerca e soccorso Europea.”   

I naufraghi provengono da Algeria, Egitto, Marocco, Siria, Sudan, Sud Sudan, e anche da Libia e Tunisia. Paesi, compresi gli ultimi due, afflitti da guerra, violenze, instabilità politica, crisi economica, disastri ambientali e insicurezza alimentare. A conferma che Libia e Tunisia non sono e non possono essere considerati paesi sicuri.  

 “Vengo dalla città di Hama, in Siria, e ho lasciato il paese a causa delle difficili condizioni di vita e della situazione politica in cui mi trovavo – racconta un ragazzo siriano di 27 anni –. A causa della guerra, quando un giovane diventa maggiorenne è obbligato a prestare servizio nell’esercito per diversi anni, di solito dieci. Quindi sono partito perché non volevo diventare un soldato, vorrei invece finire i miei studi in giurisprudenza. Ho terminato il terzo anno di giurisprudenza, vorrei studiare il diritto europeo e lavorare nel campo legale in Europa. Non è stato facile arrivare fino a qui e sono sicuro che ci saranno altre difficoltà una volta arrivato in Europa, ma sono determinato a raggiungere il mio obiettivo e non voglio perdere la speranza. In Siria chiamiamo l’Europa il luogo che preserva la dignità umana e rispetta i diritti fondamentali dell’uomo. Voglio solo vivere in pace e in libertà, supportando la mia famiglia come posso e ripagando l’Europa per la sua accoglienza attraverso il mio lavoro”. 

Tra le 69 persone soccorse ci sono 6 donne, 11 minori non accompagnati e 6 bambini che viaggiano con un genitore. 

I 69 naufraghi soccorsi sono adesso stati presi in carico dalle autorità locali – commenta Roberto Maccaroni, responsabile sanitario della Life Support –. In questi giorni di navigazione abbiamo continuato la nostra attività di assistenza sanitaria a bordo, in particolare abbiamo visitato un minore con un herpes Zoster molto esteso e molto doloroso, abbiamo continuato ad assistere il ragazzo ustionato dalla miscela di carburante e acqua salata, e abbiamo anche rilevato un ragazzo giovane con delle ferite infette per un trauma recente avvenuto in Tunisia. Auguriamo a tutte le persone sbarcate una vita migliore di quella che hanno passato prima di attraversare il Mediterraneo”. 

Con questo sbarco, la nave Life Support di EMERGENCY conclude la sua tredicesima missione. 

In questa missione – commenta Giulia Galati, mediatrice culturale a bordo della Life Support – abbiamo soccorso persone provenienti da moltissimi paesi diversi, dal Maghreb al Medio Oriente e anche da alcuni paesi dell’Africa subsahariana. Nonostante ci fossero molte culture, stili di vita e storie personali diverse a bordo, tutte le persone soccorse sono sempre andate molto d’accordo e abbiamo passato i giorni di navigazione in un ambiente di solidarietà e fratellanza. Questo l’ho percepito fin da quando abbiamo effettuato il secondo soccorso, quando ho visto che i naufraghi del soccorso precedente davano un abbraccio e aiutavano chi era appena arrivato. Nel corso della navigazione questo clima si è solo consolidato, sono nate nuove amicizie in questi giorni ed è una cosa bellissima da vedere, soprattutto in un momento difficile come questo in cui le persone soccorse hanno poche sicurezze se non quella di essere finalmente al sicuro”. 

In mare da dicembre 2022, la nave Sar di EMERGENCY ha tratto in salvo sinora 1.080 persone

LAURA GENGA 

Press Officer 

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