La notte tra il 6 e il 7 novembre (24 e 25 ottobre del calendario giuliano) 1917 a Pietrogrado scoppia la Rivoluzione d’ottobre, iniziata dai bolscevichi di Lenin, la quale abbattè il governo democratico provvisorio guidato dal socialrivoluzionario (socialista democratico) Kerenskj e instaurò un governo rivoluzionario monopartitico e autoritario.
La popolarità del governo provvisorio, instaurato con la Rivoluzione di febbraio che aveva posto fine alla monarchia assoluta dei Romanov, continuava a declinare. La decisione del governo, sia del primo guidato dal principe L’Vov sia del secondo che poi del terzo guidato da Kerenkj di continuare la prima guerra mondiale a fianco degli alleati risultò estremamente controproducente e impopolare, ancora di più in seguito al fallimento di un offensiva militare tentata da Kerenskj sul fronte. Altre questioni come la redistribuzione egualitaria della terra e controllo operaio, queste favorite anche da Kerenskj, crebbero in popolarità. Ulteriore indebolimento del governo provvisorio avvenne a causa del tentato colpo di stato reazionario di Lavr Kornilov fermato da un sollevamento di massa degli operai e dei soldati su iniziativa bolscevica.
Fin da settembre Lenin e Trockij ritenevano indispensabile non perdere l’occasione rivoluzionaria che si era venuta a creare e insistettero per la sollevazione armata. Già decisa in linea teorica dal VI Congresso del partito a luglio, essa fu deliberata in concreto il 10 ottobre (23 del calendario gregoriano) dal Comitato centrale, con una votazione di 10 a 2 e con la ferma contrarietà di Lev Kamenev e Grigorij Zinov’ev. La posizione di questi ultimi si fondava su una scarsa fiducia nella possibilità del successo e sul timore che tale azione avrebbe compromesso l’intera rivoluzione; essi ritenevano pertanto più opportuna una lunga opposizione nei Soviet e nella futura Assemblea costituente. La maggioranza replicava invece che le masse stesse si sarebbero rivolte contro i bolscevichi se questi avessero temporeggiato, e allo stesso tempo esprimevano la convinzione che la rivoluzione si sarebbe estesa a livello europeo garantendo il necessario sostegno all’insurrezione in Russia.
Il 24 ottobre del calendario giuliano, mentre a Pietrogrado arrivavano i delegati del II Congresso dei Soviet, si attivarono i soldati, gli operai, che a differenza di febbraio erano armati e costituivano le cosiddette “Guardie rosse“, i marinai della Flotta del Baltico. Tra la notte seguente e il mattino del giorno 25 vennero occupati i punti chiave della città, e fu conseguito un agevole successo militare. Alle ore 10 Lenin, che con Trockij aveva avuto il ruolo principale nella direzione degli eventi, poté proclamare il rovesciamento del Governo e il passaggio del potere al Comitato militare rivoluzionario, che due settimane prima era stato costituito in seno al Soviet di Pietrogrado per coordinare l’azione delle guarnigioni. La sera gli insorti occuparono il Palazzo d’Inverno e arrestarono i ministri, mentre Kerenskij era già riuscito a lasciare la città.
Immagine d’apertura: iconico discorso in cui Lenin in Piazza Sverdlov a Mosca parla alle unita’ dell’Armata Rossa prima della partenza per la guerra civile, Mosca, 5 Maggio 1920
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