Operazione White Bridge

Sgominata organizzazione multietnica di spacciatori

Hashish, marijuana, eroina, cocaina e droghe sintetiche, per clienti di ogni tipo e d’ogni età. A fornire la droga, passando alle vie di fatto in caso di clienti morosi, era una vera e propria organizzazione multietnica, composta da uomini e donne, italiani e africani, residenti in Umbria, Toscana e Lombardia. Adesso dovranno risponderne al giudice, al termine delle indagini condotte dalla dalla procura di Terni e dalla squadra mobile della città umbra. Indagini culminate nell’operazione White Bridge – dal ponte bianco di Terni dove avveniva gran parte dello spaccio – che questa mattina ha visto impegnati i poliziotti della questura di Terni, in collaborazione con i colleghi di Livorno e Lodi, il reparto prevenzione crimine di Umbria e Marche, l’unità cinofila di Nettuno e la polizia di frontiera di Fiumicino. Un dispiegamento ampio che ha portato all’esecuzione di 16 misure cautelari tra carcere, domiciliari, obblighi di presentazioni, obblighi o divieti di dimora.

Le foto degli spacciatori arrestati
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Le indagini sono partite in autunno, dirette a fermare l’organizzazione, capace di movimentare diverse migliaia di euro al mese e capace, almeno per quanto riguarda alcuni dei componenti del sodalizio, di estorcere denaro ai clienti, in particolare cocainomani, che non pagavano. Estorsioni portate avanti con minacce, aggressioni, atti di vandalismo e danneggiamento.
La sostanza stupefacente, spacciata nel centro cittadino di Terni e nei luoghi di aggregazione giovanile, era di ogni tipo.
Gli spacciatori, tutti con precedenti penali, sia per reati di droga, che per reati contro il patrimonio, come furti e rapine, che per estorsione per alcuni, hanno un’età compresa fra i 22 e i 49 anni, e fra loro ci sono tre donne. Sono di nazionalità italiana, tunisina, marocchina e gambiana e sono, per la maggior parte domiciliati a Terni, tranne due che abitano a Cecina, in provincia di Livorno, e uno che si trova a Lodi. Tre di loro sono irregolari in Italia (due marocchini e un tunisino), mentre per l’unico gambiano la polizia sta verificando la situazione in Italia.

Con il supporto della scientifica, le indagini si sono svolte per mesi con servizi di osservazione e attraverso strumenti tecnici. Nel corso dell’attività investigativa, sono stati effettuati sequestri di discreti quantitativi di droga, in particolare, alcuni mesi fa, di oltre mezzo chilo di stupefacente: una sostanza in polvere di colore rosa, risultata positiva alle amfetamine e alla caffeina, in elevata percentuale, occultata all’interno di un vano contatori in uno stabile in zona Borgo Rivo, sempre a Terni. In varie occasioni, ad occuparsi delle consegne era addirittura il figlio minore di uno degli arrestati stranieri, che cedeva la sostanza stupefacente fuori dalla propria abitazione.
Lo spaccio è proseguito anche in questo periodo di quarantena. A marzo, uno dei marocchini irregolari era stato denunciato in stato di libertà per detenzione di cocaina ed eroina, dopo essere stato fermato dalla squadra volante durante i controlli Covid-19 in centro. Durante le indagini, inoltre, sono state arrestate e denunciate per spaccio di stupefacenti altre persone.

Nel portare avanti le estorsioni, in prevalenza nei confronti dei consumatori di cocaina, alcuni componenti dell’organizzazione non si non si sono limitati alle minacce, ma hanno attuato vere e proprie aggressioni, oltre ad atti di vandalismo, come nel caso del danneggiamento con un grosso petardo della porta di casa di un cliente moroso. In altre situazioni, alcuni clienti sono stati obbligati a cedere la loro automobile o altri beni a prezzi bassissimi per onorare i debiti contratti con gli spacciatori.

Alcuni degli indagati, noti alle forze dell’ordine in quanto legati alle frange ultras della Ternana Calcio ed assidui frequentatori dello stadio, erano già stati colpiti da Daspo.

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