Presentata su iniziativa della commissione Aree interne, presieduta da Marco Niccolai. “Sollecitare tempestiva erogazione delle risorse”
Di Riccardo Ferruccie Sandro Bartoli, luglio 2023
Firenze – Il Consiglio regionale ha approvato, con il solo voto contrario del Movimento 5 stelle, la proposta di risoluzione “in merito alle prospettive dei comprensori sciistici della Toscana in relazione alle conseguenze dei cambiamenti climatici in atto” nasce su iniziativa della commissioneAree interne, presieduta da Marco Niccolai (Pd), che l’aveva approvata all’unanimità.
L’atto d’indirizzo, come ha spiegato lo stesso Niccolai illustrandolo all’Aula, impegna la Giunta regionale “a proseguire nel percorso di confronto con il Governo al fine di: 1) giungere alla predisposizione di piani straordinari di intervento finalizzati a prevedere meccanismi di aiuto e sostegno statale da destinare al Sistema produttivo delle stazioni sciistiche della Toscana; 2) sollecitare una tempestiva erogazione delle risorse, a partire da quelle già assegnate alle diverse Regioni”; a dare “continuità agli interventi regionali in materia, a partire da quanto previsto dalle leggi regionali 54/2021 e 44/2022, valutando altresì la possibilità di predisporre una misura regionale specifica, da inserire nella prossima Nota di aggiornamento al Defr, volta a sostenere processi di adattamento dei territori fortemente danneggiati dalle conseguenze dell’anomalia climatica che in questa fase ha colpito sotto l’aspetto socio-economico in particolare le aree collinari e montane con vocazione sciistica”. Il testo approvato è frutto anche di emendamenti presentati dal consigliere Vittorio Fantozzi (Fratelli d’Italia), “che ripercorrono misure messe in campo dal governo nazionale nei mesi scorsi” e uno di Mario Puppa, “che chiarisce l’apporto del presidente Giani, quando ha proposto di riconsegnare una parte del gettito Imu”.
Gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, ha ricordato Niccolai, oltre alle forti tensioni internazionali causate dallo scoppio e dal protrarsi della guerra della Russia all’Ucraina con il conseguente rincaro delle materie prime, incidono negativamente sull’andamento della stagione turistica legata alla neve. Nella risoluzione si richiama, a titolo d’esempio, la situazione della neve presente al suolo il 5 gennaio 2023, in piena stagione sciistica, in tredici località toscane: dall’Abetone (5cm, artificiale), alla Doganaccia (5cm), al Monte Amiata, dove non era presente come nella maggior parte delle altre località.
Il Consorzio Lamma, sentito dalla commissione nel corso della serie di audizioni, ha confermato un trend costante di innalzamento delle temperature medie massime e minime registrate in tutta la Toscana, ha aggiunto Niccolai. Una tendenza che “porta anche ad una riduzione delle nevicate in quota e aumenta la frequenza registrata delle temperature anomale e dei fenomeni piovosi di particolare intensità”. Di qui, la necessità di individuare, per questi territori, “una specifica strategia di accompagnamento al cambiamento climatico mediante sia una programmazione di medio-lungo periodo in termini di investimento (potenziamento del sistema di innevamento artificiale, creazione di invasi, diversificazione delle strutture di tipo sportivo, adeguamento della ricettività), sia un nuovo approccio “culturale” finalizzato ad una valorizzazione degli impianti di risalita che oltrepassi i limiti dell’attuale sistema neve”. La risoluzione richiama il fondo destinato in aprile dal Governo Meloni alle imprese esercenti impianti di risalita a fune e di innevamento artificiale, “prevedendo uno stanziamento di 30 milioni di euro per l’anno 2023, 50 per il 2024, 70 per il 2025 e 50 milioni per l’anno 2026, destinati alla realizzazione di interventi di ammodernamento e manutenzione delle strutture”, per complessivi 200milioni. Tra gli interventi ammessi a finanziamento: “la ristrutturazione, ammodernamento e manutenzione di sistemi che consentano l’innevamento delle piste quali vasche o bacini di approvvigionamento idrico e altre soluzioni innovative; la sostituzione, dismissione o ammodernamento degli impianti di risalita; la realizzazione di progettualità innovative in ambito snow-farming; l’ottenimento delle eventuali autorizzazioni paesaggistiche funzionali alla realizzazione degli interventi finanziabili”.
Niccolai, ha ricordato che proprio lo scorso mese di gennaio si è tenuto un incontro al Ministero del Turismo “sulla questione ‘Appennino senza neve’, col ministro Santanché, i presidenti o gli Assessori delle regioni appenniniche fra cui la Toscana, numerose associazioni di categoria” e che “da tale incontro sono emerse le determinazioni a sbloccare quei ristori già assegnati alle varie Regioni ma al momento vincolati all’emergenza Covid, cosicché possano invece essere rediretti sulla situazione appenninica; a ristornare gli investimenti fatti nel 2022 dagli impianti sciistici per direzionarli sotto forma di nuove risorse per il 2023; a potenziare gli ammortizzatori sociali; a fare in modo che nelle località montane dell’Appennino, dove c’è una situazione problematica, le risorse Imu riscosse dallo Stato in virtù del decreto varato dal Governo Monti vengano rispese in quei Comuni così come puntualmente richiesto dal Presidente della Regione Toscana”.
Infine, Marco Niccolai ha ricordato l’aiuto fornito dagli esperti del Lamma, gli interventi già adottati dalla Regione per l’adeguamento degli impianti con 26 milioni di euro, le importanti misure di sostegno durante la pandemia per sostenere il turismo invernale che tiene in piedi l’economia montana. Un tema rilevante per l’Appenino per diversificare offerta turistica e l’aggiornamento degli impianti. Si indica che tra i progetti speciali della Regione si adotti uno per la montagna per il cambiamento climatico per unirsi agli sforzi del governo. Le attività turistiche sono il cuore del presidio in territori che soffrono pericoli di spopolamento. Visione di medio e lungo periodo per evitare un collasso economico della nostra montagna e accompagnare nel tempo questi territori.
Luciana Bartolini (Lega) ha detto che “ci sono molte attività da tutelare per evitare lo spopolamento di queste zone”, quindi “è giusto l’intervento del governo e della regione per tutelare queste zone che presentano una situazione di forte criticità”.
Secondo Diego Petrucci (Fratelli d’Italia), “la narrazione sulla scarsità della neve è un po’ esagerata, ma nella montagna inverni più e meno nevosi sono all’ordine del giorno”. A Cortina, ha ricordato, nevica come nella montagna toscana, “ma in Toscana mancano le riserve di acqua e non si può innevare. Bisogna investire sui bacini e sui fiumi per risolvere il problema centrale dell’acqua. Avere coraggio di investire in altri settori, sulle stazioni dismesse per percorsi alpini, investire sull’estate, perché vanno sempre più persone in montagna e meno sciatori. Sostenere le strutture alberghiere e gli imprenditori, si deve smettere di mortificare chi prova investire sulla montagna per eventi progettati e poi non realizzati. Occorre sapere come spendere i soldi quando arrivano, alla provincia di Pistoia ci sono risorse ingenti inutilizzate”.
Per Mario Puppa (Pd), il confronto in commissione è stato importante dopo che “la Regione, in questi anni, sulla montagna ha investito milioni di euro, riconoscendolo comeun settore strategico, con risorse proprie per mettere in sicurezza questi impianti. Aiutare settori collegati al sistema neve non autonomi dal punto di vista finanziario. Occorre un piano straordinario del governo sul sistema sciistico toscano per evitare lo spopolamento”.
Stefano Scaramelli (Italia Viva)ha detto che“bisogna fare una legge speciale della montagna per aiutare il sistema nel suo complesso e fare uno sforzo in avanti. Acquistare gli impianti di risalita e aggiornare le nostre strutture per dare una legge organica e armonica. Uniformare il sistema neve in un unico sistema regionale sarebbe importante, un sistema montagna che funzioni di più in estate e che consenta l’innevamento degli impianti relativi”.