Con una comunicazione dei giorni scorsi il Servizio Organi Istituzionali della Segreteria del Consiglio Comunale di Prato ha confermato la validità della petizione ‘STOP MULTIUTILITY’, promossa da Unione Popolare, in collaborazione con movimenti e comitati civici.
La proposta di revoca in autotutela dell’operazione finanziaria, forte di oltre trecento firme, è stata ritenuta ammissibile e sarà discussa nella Commissione Affari Generali del Comune di Prato il prossimo 4 settembre.
Si tratta della prima occasione di confronto con la cittadinanza su un tema fondamentale, come quello sulle modalità di gestione di servizi essenziali (rifiuti, acqua ed energia), che la Giunta Biffoni ha blindato in un percorso antidemocratico, supportato dallastensionismo della destra in Consiglio comunale.
Si apre così uno spiraglio di discussione pubblica, reso obbligatorio dall’applicazione del regolamento sulla partecipazione, nonostante le recenti manomissioni di quello stesso regolamento volte a rendere sempre più difficile l’interazione fra governo locale e cittadinanza. Per chi chiedeva – anche con referendum consultivo – di intervenire su questioni così dirimenti, va constatato come questo primo confronto pubblico giunga alla fine di una lunga gestazione, ben nove mesi dopo l’approvazione della Delibera di Consiglio n.58/2022. Una delibera che contraddice completamente il programma del Sindaco, che invece “sulla gestione dell’acqua” dichiarava come la prospettiva non poteva “essere che quella di tornare alla pubblicizzazione del servizio” (pag.21 del programma https://governo.comune.prato.it/governo/documenti-di-programmazione/media131.php).
L’operazione Multiutility contraddice radicalmente la proposta di ripubblicizzare il servizio idrico, dal momento che la finalità della Multiutility è rappresentata dall’aggregazione finanziaria per il reperimento di ulteriori capitali in Borsa, puntando così alla redistribuzione dei dividendi, invece che garantire un servizio pubblico utile agli interessi delle comunità, quindi senza mirare alla produzione di profitti. Essendo i costi di gestione, i profitti e gli investimenti integralmente coperti dalla tariffa, il perseguimento degli utili aziendali è inoltre in totale contraddizione anche con lo sbandierato e palesemente falso proposito di ridurre le tariffe.
Inoltre, la Multiutility si configura anche come uno strumento per la distribuzione di posti ben remunerati nei consigli di amministrazione delle società collegate e di definizione di accordi politico-finanziari: da un lato concentra in poche figure affiliate ai partiti al potere, come l’ex-consigliere regionale Nicola Ciolini, più incarichi direttivi in diverse di queste società, come la recente designazione alla presidenza di ‘Estra Spa’; dall’altro mette in luce il ‘partito trasversale degli affari’, con la spartizione delle nomine di vertice fra PD e FdI. A riprova dell’insussistenza del supposto “controllo pubblico”, millantato dai sostenitori della Multiutility, c’è poi il fatto che nessuno di questi sviluppi sia stato discusso, né tanto meno votato nei Consigli Comunali degli enti partecipanti.
Intanto, la cittadinanza continua ad essere tartassata da aumenti in bolletta, che nel mese scorso hanno fruttato i sopra ricordati dividendi milionari ai soci, superando addirittura di 4 milioni i rincari addebitati a famiglie ed imprese: un “tesoretto”, secondo il pluri-presidente Ciolini, derivato però da ingiustificati aumenti della TARI nel 2022, per permettere alle aziende di fare extraprofitti, utili ai soci ma a scapito di investimenti e qualità del servizio.
Ribadiamo la più ferma e netta opposizione alla speculazione finanziaria sui servizi locali essenziali, rappresentati in alcuni casi da monopoli naturali, presi a mo’ di bancomat sicuro per i falchi della Borsa, come in altri casi di multiservizi analoghe.
E nelle prossime settimane ci mobiliteremo per far sentire tutto il dissenso della cittadinanza verso questa deriva predatoria, verso questa rincorsa volta soltanto a fare profitti a scapito di servizi e diritti.