Storto

Storto in scena a misura di adolescenti al Teatro di Rifredi

Storto è lo spettacolo vincitore del Premio Scenario Infanzia, concorso nazionale di teatro per le nuove generazioni, scritto da Andrea Falcone e Matilde Piran. A metterlo in scena la giovane compagnia fiorentina con Davide Arena ed Elisa Vitiello, la regia è firmata da Giacomo Bogani. Appuntamento al Teatro di Rifredi, venerdì 15 febbraio alle ore 21

All’origine di questo spettacolo, rivolto a un pubblico di adulti e adolescenti, c’è il testo autobiografico che Matilde Piran, giovane autrice veneta, ha scritto durante il suo biennio di studio alla ScuolaHolden di Torino. Quel testo, intitolato Mongoloide, metteva sulla pagina la difficoltà di rapportarsi con la disabilità e di trovare le parole giuste per raccontarla. Lo faceva dal punto di vista di una ragazza che scopre che il fratellino appena nato è affetto da sindrome di Down. «È nato maschio, come ci aspettavamo, e down, come non ci aspettavamo. È down. Ha la sindrome di down. Dopo 12 anni non so quale formula scegliere. Lo è, perché se non lo fosse sarebbe un’altra persona; ce l’ha, perché se la porta dietro dappertutto. È, per lui, un animale fedele e capriccioso. A volte la cavalca, a volte si fa cavalcare».
Con Andrea Falcone, Matilde Piran inizia una collaborazione che nasce da una sensibilità affine: la volontà di dar voce a storie minime, normali e la convinzione che ci sia bisogno di onestà e forse anche un po’ di spietatezza per veicolare certi contenuti ai più giovani, nel rispetto della loro intelligenza.

Nasce così Storto, una grafic novel teatrale che narra la storia di una fuga e di un ritorno di due studenti, ragazzi normali eppure entrambi in difficoltà. Sopravvivere al liceo è complicato. Ognuno cerca il proprio posto e per trovarlo è disposto a nascondere le parti di sé per cui prova vergogna. Come entra nella tua identità il fatto di avere un fratello disabile? Cosa puoi fare se ti senti diverso dagli altri, ma non riesci a capirne il motivo? Questo viaggio li porterà alla fine ad accettare se stessi. Entrambi storti, a modo loro. Ma i dritti, poi, esistono davvero?

«La compagnia, con un organico e maturo lavoro di gruppo, mette in campo linguaggi molteplici per raccontare diversità e conflitti. In un tracciato drammaturgico lineare ed efficace, i segni della scena si incastrano a restituire la complessità di un percorso necessario a una messa a fuoco della propria identità. Lo spettacolo nasce da esperienze personali degli autori – recita la motivazione della giuria del Premio Scenario Infanzia – Questo nucleo passionale trova in una scrittura asciutta, nella calda interpretazione degli attori, in un attento utilizzo delle immagini grafiche, in un ritmo incalzante, la strada giustamente spietata per arrivare agli spettatori. La capacità e il coraggio di mettere in scena la diversità, facendola diventare un valore esistenziale, è ancora più apprezzabile in questo momento storico, in cui il diverso viene fatto apparire come il capro espiatorio di mali e disagi sociali che hanno invece altrove le loro cause profonde. Il gruppo si rivela quindi capace di una visione poetica della parola politica».

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