Il 6 luglio 1885 il chimico e microbiologo Luis Pasteur testa con successo il vaccino contro la rabbia su Joseph Meister, un bambino di 9 anni morso da un cane rabbioso.
Prima di Pasteur, sulla rabbia non si sapeva granché. Ciò che si conosceva era che la saliva degli animali arrabbiati conteneva il virus rabbico, che il male si comunicava con morsi e che il periodo di incubazione poteva durare da qualche giorno a parecchi mesi.Pasteur scoprì che la rabbia non risiedeva soltanto nella saliva. La maggioranza degli animali che avevano ricevuto sotto la pelle materia del cervello di cani arrabbiati soccombevano alla rabbia: questa materia virulenta agiva meglio della saliva. Pasteur capì che l’ambiente più favorevole alla rabbia era il cervello. Partendo da questo presupposto, decise di creare il vaccino utilizzando parti di midollo. Prelevato un frammento del midollo di un coniglio che era morto di rabbia, lo sospese con un filo in un flacone sterilizzato, l’aria del quale era mantenuta allo stato secco con frammenti di potassa caustica posti in fondo al vaso.
Con il passare dei giorni, man mano che il midollo si disseccava, perdeva sempre più la sua virulenza. Una volta divenuto inattivo, veniva tritato nell’acqua pura e inoculato sotto la pelle dei cani. Questi, al contrario di quelli non vaccinati, sopravvivevano.
La mattina del 6 luglio gli fu condotto un bimbo alsaziano di nove anni, Joseph Meister, morso due giorni prima da un cane rabbioso. Alla vista delle 14 ferite e valutando l’altissima probabilità che il bambino morisse di rabbia, decise di provare. Gli furono così fatte 13 iniezioni in 10 giorni, ognuna più forte della precedente; l’ultima iniezione conteneva la forma più virulenta, in grado di uccidere un animale in 7 giorni. Il bambino sopravvisse, dimostrando che il suo trattamento antirabbico funzionava se applicato in tempi rapidi. Il primo marzo 1886, Pasteur poteva affermare davanti all’Accademia delle Scienze che, su 350 persone sottoposte al trattamento preventivo, c’era stata una sola morte.
Il 14 novembre 1888, in onore del lavoro di Pasteur sulla rabbia, venne inaugurato l’Istituto antirabbico chiamato con il suo nome.
Anni dopo l’igienista italiano Claudio Fermi attenuò il vaccino di Pasteur. Nacquero il vaccino tipo Fermi e il tipo Semple, talvolta indicato come vaccino da virus fisso di Fermi-Semple ormai stati abbandonati a causa delle complicanze neurologiche. In anni più recenti sono stati allestiti vaccini tipo DEV (Duck Embryo Vaccine) ottenuti da virus coltivati su tessuti viventi o su embrione di anatra e tipo HDCV (Human Diploid Cell Vaccine) ottenuti da virus coltivati su cellule diploidi umane. Attualmente sono questi i vaccini più utilizzati, in quanto associati a minori rischi. Con il trascorrere degli anni il vaccino tipo HDCV ha dimostrato migliori proprietà immunogene e minori effetti e reazioni avverse rispetto al tipo DEV.
Immagine d’apertura: Luis Pasteur nel suo laboratorio, in un dipinto del 1885 di A. Edelfeldt
Bibliografia e fonti varie
- Hook, Sue Vander (2011). Louis Pasteur: Groundbreaking Chemist & Biologist. ABDO. p. 8. ISBN 978-1-61714-783-8.
- Wood, Margaret E. (June 3, 2016). “Biting Back”. Chemical Heritage Magazine. 28 (2): 7. Retrieved March 20, 2018.
- Schwartz, M. (2001). “The life and works of Louis Pasteur”. Journal of Applied Microbiology. 91 (4): 597–601. doi:10.1046/j.1365-2672.2001.01495.x. PMID 11576293. S2CID 39020116.
- Wasik, Bill; Murphy, Monica (2013). Rabid: A Cultural History of the World’s Most Diabolical Virus. New York: Penguin Books. ISBN 978-1-101-58374-6.