La Toscana si appresta a tornare in zona arancione, escluse le sue due città più grandi, le relative province e alcuni altri comuni. Il ministro della salute Roberto Speranza, disponendo il ritorno in arancionem ha concordato con la Regione sull’opportunità di mantenere in zona rossa l’intera provincia di Prato, tutta la città metropolitana di Firenze, ovvero il capoluogo di regione e relativa provincia, e diversi comuni dell’empolese e della Val d’Elsa, oltre che della zona del cuoio.
Fino alle 14 di sabato 17 aprile, rimarranno in rosso, con le province di Firenze e Prato, i comuni di San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto parte della provincia di Pisa ma compresi nella zona socio sanitaria Valdarno Empolese Valdelsa, i comuni di Poggibonsi, San Gimignano, Colle di Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli compresi nella zona socio sanitaria Alta Vald’elsa, che sono in provincia di Siena.
Le due province e le due zone socio sanitarie superano l’indice di contagio settimanale dei 250 contagiati su 100.000 abitanti, dato limite indicato dalla legge per l’assunzione di provvedimenti.
L’atto è determinato, spiegano dalla Regione Toscana, dalla situazione ad alto rischio nel sistema ospedaliero e sanitario con fortissima occupazione di terapie intensive e alta diffusione di ricoveri nei reparti Covid.
I pareri dei Direttori di Asl competenti sono concordi nel chiedere di limitare la mobilità per non congestionare ulteriormente e il sistema ospedaliero e sanitario toscano. Le decisioni sono state assunte dopo attento esame in assemblee con i sindaci dei territori interessati.