Parliamo di spazzatura, beninteso, e non d’altro.
L’Emilia Romagna e la Toscana, nel 2016, hanno prodotto più rifiuti di tutte le altre regioni. Sulla raccolta e i servizi annessi, i loro abitanti non sono soddisfatti. Non solo. Porta a porta o metodi classici, la stessa raccolta differenziata non brilla rispetto a quella delle regioni leader.
I dati che confermano tutto questo, provengono dall’Istat e sono riferiti a due anni fa.
«I livelli più alti di produzione di rifiuti urbani si rilevano in Emilia-Romagna (653,0 kg per abitante) e Toscana (616,2). Il Molise (387,0) e la Basilicata (353,0), invece, sono le regioni in cui se ne producono di meno», si legge in una nota dell’istituto.
«La frequenza della raccolta differenziata dei rifiuti urbani varia sul territorio – osserva ancora l’Istat – Livelli molto elevati si registrano nella provincia autonoma di Trento (74,3%), in Veneto (72,9%), Lombardia (68,1%), Friuli-Venezia Giulia (67,1%) e nella provincia autonoma di Bolzano (66,4%). In queste stesse zone la quantità pro capite di rifiuti urbani è al di sotto della media».
C’è qualcosa di più recente, poi, dei dati relativi al 2016 e divulgati nei giorni scorsi.
«Nel 2017 si stima che l’85,0% delle famiglie effettui con regolarità la raccolta differenziata della plastica (39,7% nel 1998), il 74,6% dell’alluminio (27,8%), l’84,8% della carta (46,9%) e l’84,1% del vetro (52,6%)».
«Sempre nel 2017, il 69,9% delle famiglie ritiene di sostenere un costo elevato per la raccolta dei rifiuti, il 25,6% lo giudica adeguato. Si stima che le famiglie residenti nelle Isole siano le più insoddisfatte: giudicano elevato il costo nell’83,4% dei casi, quota che scende al 61,1% nelle regioni del Nord-est», precisa l’Istat.
E il porta a porta? «Si definisce molto soddisfatto il 26,3% delle famiglie italiane (il 35,2% nel Nord-ovest e il 31,9% nel Nord-est). Al di sotto della media nazionale le altre ripartizioni geografiche: 17,6% al Sud, 19,9% al Centro e 20,6% nelle Isole».
La situazione toscana, va detto, sembra da migliorare ma non è pessima. Pregi e difetti, saranno oggetto di un approfondimento con i dati specifici messi a disposizione dall’Istat.