di Sandro Bartoli, 1 marzo 2022
Firenze – Il rinnovo del contratto di lavoro del trasporto pubblico, fermo al 2017, e la faticosa fase di avvio con Autolinee Toscane, nuovo gestore unico del servizio nella nostra regione, sono le questioni portate dalle organizzazioni sindacali all’attenzione del Consiglio regionale. Le commissioni Sviluppo economico, presieduta da Ilaria Bugetti (Pd), e Territorio e ambiente, con competenza anche sui trasporti, presieduta da Lucia De Robertis (Pd), hanno tenuto questa mattina in seduta congiunta, l’audizione delle organizzazioni sindacali dei trasporti Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt, Faisa-Cisal, Ugl-Fna in merito alle criticità tecnico organizzative nel trasporto pubblico locale, due settimane dopo aver sentito i vertici di Autolinee toscane, accogliendo la sollecitazione degli stessi sindacati e proseguendo la “fase di ascolto, per definire la azione d’indirizzo che spetta al Consiglio regionale”, come hanno spiegato le presidenti delle due commissioni.
“Il vecchio contratto nazionale di lavoro è scaduto a dicembre 2017, il servizio trasporto pubblico è dal 2010 oggetto di continui e sistematici interventi con progressive riduzioni di risorse”, dice Simone Masini (Filt-Cgil). “Il settore è un malato grave, il parco mezzi è il più vecchio d’Europa. Mancano autisti, perché nessuno vuol più fare questo mestiere, poco pagato e con rischi crescenti. Non si può più aspettare. Il Pnrr con le sue risorse potrebbe dare azione al piano di riforma del 2021”. La situazione nazionale si ripercuote in Toscana, che si trova a vivere la fase di avvio del nuovo servizio. “Il passaggio del personale alla nuova azienda riguarda 5mila persone, i lavoratori si portano ancora dietro normative differenziate, ci sono ancora più di 16 diversi integrativi ai contratti”. Da parte di Autolinee, chiamata a produrre economie di scala e riconoscere pari trattamento ai lavoratori, “vediamo la buona volontà – prosegue Simone Masini –, ma ci sembra che manchi la necessaria programmazione. Vediamo scendere alcuni numeri: i dipendenti erano 5mila 340, nella fase di passaggio c’è stato uno svuotamento, con 450 persone in meno. Autolinee dice ne assumeremo 250. Poi ci sono prepensionamenti e pensionamenti di oltre 100 persone. Considerando anche la carenza strutturale del sistema, mancano tra i 600 e 700 autisti”. Ci sono ancora difficoltà “nella bigliettazione e sui controlli”. Il risultato complessivo è che “si comincia a ridurre il volume di lavoro”. L’azienda, a giudizio di Masini, appare “ in serio affanno su alcuni aspetti”.
La lettura della situazione attuale è condivisa da Claudio Cecchi (Faisa-Cisal). “Stiamo uscendo dalla tempesta perfetta, abbiamo chiesto pazienza ai lavoratori, siglato accordi gestionali. Da parte di Autolinee c’è stata sempre la disponibilità del settore risorse umane al confronto, non si puàò dire lo stesso di chi gestisce l’esercizio: interessa circa 4mila dipendenti, non ha mai risposto alle nostre nostra richiesta d’incontro. Le tecnologie si rivelano per ora zoppicanti e disorientano i lavoratori, che chiedono continui e incessanti chiarimenti. Gli ingranaggi non girano ancora, vorremmo chiudere al più presto questa parte di avvio, confrontarci con tutte componenti e costante contatto con il vertice. Autolinee è la terza azienda di trasporto locale dopo le aziende di Roma e Milano. Le nostre osservazioni sono stati interpretati come attacchi strumentali, ma non è così”. Sul rinnovo del contratto nazionale, si chiede “un’ottica di rilancio del Tpl, che ha vissuto crisi endemica da tempo e poi è arrivata la pandemia. Alla Regione chiediamo di farsi parte attiva per il per vincolare alcune risorse ora disponibili al rinnovo del contratto collettivo nazionale”.
Cipriano Paolinelli (rappresentante categoria Ugl) condivide le osservazioni dei colleghi sul difficoltoso avvio con Autolinee toscane, ricordando il “senso di responsabilità che i sindacati hanno espresso sin dal primo giorno”, e sul rinnovo del contratto nazionale ricorda che “il salario è basso, nonostante responsabilità della categoria. Le aggressioni sono sempre più frequenti. Le organizzazioni datoriali dovrebbero mettersi a un tavolo in maniera produttiva, seria”. Riguardo alla situazione toscana, “restano parecchi dubbi e perplessità, sulle competenze, sulla busta paga, sullo svolgimento del servizio giornaliero e le condizioni di lavoro. Auguriamoci che a breve si possa migliorare”. Un appello riguardo all’area grossetana: “Per cinque Comuni erano già stati previsti tagli per 700mila chilometri in meno. Non siano lasciati soli dalla Regione, che potrebbe farsi garante per conservare questi 700mila chilometri”.
“Il rinnovo contratto non è solo questione di aumento salariale, è necessaria una riforma strutturale”, dice Paolo Panchetti (Filt-Cisl). “Il Pnrr potrebbe dare risorse importanti allo sviluppo del settore. Si entra con mille e 100 euro al mese e serve una patente che ne costa 3-4mila”. Su Autolinee: “Non c’è stato un ordinato passaggio di consegne, abbiamo cercato di tamponare situazioni di difficoltà. C’è un programma di gestione importante, avanzato, che non riescono ancora a far girare bene, ci sono problemi sui software. A oggi, siamo sotto organico, i lavoratori vivono tantissimi disagi. Abbiamo capito che nel medio termine l’azienda pensa di fare assunzioni con numeri importanti, però abbiamo bisogno di risposte certe. Servono un piano strategico industriale per il futuro e, nell’immediato, risposte celeri sul percorso delle assunzioni e per regolarizzare la vita nell’azienda”.
“Il settore in questi anni è stato inondato di risorse pubbliche, le aziende non si possono tirare indietro”, sostiene Michele Panzieri (segretario generale Uilt). “Si deve portare il confronto di fronte anche al Governo, le aziende ci stanno scappando, nonostante abbiano avuto i giusti finanziamenti”. Alla Regione, chiede un impegno sulla “formazione, per poter far avere la patente a persone che possano essere assunte”. Ad Autolinee toscane “abbiamo chiesto un piano industriale e ci hanno detto che non è possibile adesso. Serve subito il cronoprogramma, l’azienda è impegnata a farcelo avere in tempi brevissimi per assunzioni, buste paga, turni e acquisto nuovi autobus”.
Giuseppe Dominici (Ugl) conferma che persistono “grossi problemi sull’esercizio, i turni non sono usciti, spesso è solo merito dell’autista se il servizio arriva. Il nostro lavoro è sempre più esposto al pericolo, sottopagato, ma svolge un’importante funzione sociale. Gli autisti sono un po’ come gli infermieri: diventano importanti solo in certi momenti”.
La presidente Lucia De Robertis (Pd) ringrazia le organizzazioni sindacali. “L’impegno da parte della commissione che presiedo è massima”, assicura. “Siamo di fronte a un momento di snodo per mille motivi: cambio gestione, pandemia, difficoltà a trovare mano d’opera. Siamo pronti ad ascoltare, con l’obiettivo di mediare interessi collettivi con quelli di una categoria che ha fatto tanto per portare il Paese a ripartire. Attenzione e ascolto, interlocuzione attiva, questo assicureremo anche rispetto al rinnovo contrattuale”.
Il ringraziamento arriva anche dalla presidente Ilaria Bugetti, “per il vostro lavoro e il contributo che avete portato alle commissioni”. La presidente ricorda le competenze “di indirizzo e controllo” proprie del Consiglio regionale e preannuncia “un passaggio con l’assessore, l’idea di collegarsi sulla formazione è sicuramente un indirizzo che la Regione può dare nelle politiche formative”, dice. Sul rinnovo del contratto: “Il tema non è regionale, ma possiamo impegnarci per attivare il Governo sull’adeguamento del contratto collettivo di lavoro”.
Il consigliere Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), vicepresidente della commissione Ambiente e territorio, considera “il tema molto complesso. Tutti abbiamo vissuto gli strappi, le vicende legate alla gara e al contratto ponte. C’è ancora disparità di trattamento dei lavoratori. La settimana scorsa abbiamo ascoltato vertici di Autolinee toscane, per la prima volta stiamo verificando effetti del lotto unico regionale, che pone problemi evidenti di gestione, di manutenzione mezzi, di organizzazione dei servizi, con timore ragionevole delle zone a domanda debole. C’è il tema della mancanza complessiva di autisti”. Si tratta di un percorso difficile, secondo Capecchi, che rileva la mancanza “di una struttura del Consiglio regionale capace di leggere e applicare in maniera veloce ciò che avviene in concreto al contratto di servizio. Dovremo migliorare i rapporti tra Giunta e Consiglio, oppure rischiamo di arrivare sempre dopo qualche settimana, se non qualche mese rispetto alle necessità di soluzione dei problemi”.