Ciliegie su un ramo

Troppa pioggia e niente ciliegie

Addio ciliegie. Le troveremo più care del solito o provenienti da lontano, poco gustose o comunque meno appetibili del solito. Colpa dell’acqua. Troppa acqua.

La pioggia incensante caduta in queste settimane e, con particolare violenza, in questi ultimi giorni, sta mettendo in serio pericolo le colture toscane e la disponibilità di alcuni prodotti.  Nei campi allagati, dove non si riesce a lavorare e i trattori affondano nel fango, si registrano già i primi danni.

«Il maltempo non ci permette di effettuare i trapianti di pomodoro, melone e anguria. E questo, oltre a determinare un calo della produzione futura, impone fin da subito alle aziende agricole la perdita degli investimenti sostenuti per acquistare le piantine da mettere a dimora», spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione Ortofrutta di Confagricoltura Toscana. 
Le cose non vanno meglio sul fronte delle colture già avviate, in particolare quelle del settore frutta. «L’eccessiva umidità di questo periodo ha fatto prolificare gli afidi, che attaccano i germogli, e le malattie fungine, che macchiano il prodotto, causando una perdita del suo valore sul mercato» prosegue Tonioni. 

C’è un frutto che più di ogni altro in Toscana ha risentito del maltempo. È appunto la ciliegia, coltura tra le più diffuse nella nostra regione. La varietà precoce, quella cioè che matura proprio in questo periodo, è stata fortemente danneggiata. «Le piogge hanno colpito i frutti staccandoli dalla pianta: abbiamo perso qualcosa come circa mille quintali di ciliegie. L’annata della varietà precoce è ormai compromessa» denuncia il presidente Tonioni. Più passano i giorni, più la preoccupazione sale.

Un’altra settimana di pioggia e sarà davvero difficile recuperare il tempo perso fin qui. Soprattutto per la viticoltura. «In tutta la Toscana si registra un ritardo di circa tre settimane nello sviluppo delle infiorescenze delle viti. Ancora è presto per fare previsioni sulla prossima vendemmia, ma di certo viviamo un momento di grande difficoltà» precisa Francesco Colpizzi, presidente della sezione Vitivinicoltura di Confagricoltura Toscana. 

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