Il Primo Maggio del 1989 vide la nostra città al centro dell’iniziativa sindacale: la tradizionale manifestazione di quell’anno ebbe un carattere nazionale, con la partecipazione straordinaria di tre segretari confederali, Fausto Bertinotti per la Cgil, Rino Caviglioli per la Cisl e Silvano Veronese per la Uil. Al centro della manifestazione fu un tema molto sentito, sia a Prato, sia in tutte le aree distrettuali italiane, caratterizzate dalla forte presenza di piccole e piccolissime imprese: la tutela contro il licenziamento ingiustificato.
Da quando era stato approvato lo Statuto dei lavoratori (1970) il problema dei licenziamenti senza giustificazione nelle piccole imprese era un ferita aperta, una ferita che a Prato bruciava parecchio, a causa della struttura del sistema produttivo del distretto tessile, fatto di piccole aziende industriali ed artigiane.
Dopo vari tentativi, il passaggio decisivo ebbe inizio nel novembre 1987, quando Il segretario generale della Cgil Antonio Pizzinato venne a Prato, in occasione del novantesimo anniversario della Camera del Lavoro; durante un incontro con i delegati, rispose a una domanda in materia di diritti, invitando il sindacato locale a percorrere la strada della Legge di iniziativa popolare.
Detto fatto. Nella primavera successiva, unitariamente, i sindacati confederali organizzarono un convegno sul tema, invitando sindacalisti e giuristi di primo piano che dettero vita a un confronto elevato, dove furono messe a confronto le principali legislazioni europee: il volume che pubblicò gli atti del convegno fu significativamente intitolato La libertà negata, a indicare che la rivendicazione non aveva un mero carattere sindacale-vertenziale, ma voleva riferirsi alla necessità di garantire pari diritti a tutti i cittadini lavoratori, indipendentemente dal luogo di lavoro.
Iniziò una raccolta di firme che raggiunse quota ventiduemila a Prato in poche settimane e superò le cinquantamila in tutta la Toscana; le firme stesse furono consegnate, alla fine dell’estate 1988 alla Presidente della Camera Nilde Iotti: per iniziativa del Pci e del Psi la proposta di Legge fu messa all’ordine del giorno ed ebbe avvio l’iter parlamentare, favorito dal fatto che Presidente della Commissione lavoro della Camera era il professor Gino Giugni, socialista, uno degli estensori dello Statuto dei lavoratori.
Il Primo Maggio 1989 gran parte della città di Prato si schierò a favore dell’iniziativa, solo i rappresentanti dei piccoli imprenditori continuarono imperterriti a negare il problema e dichiararono di essere contrari sia all’estensione dello Statuto, sia alla nuova legge, ma un anno dopo, l’11 maggio 1990 (la legge 108) dovettero fare buon viso a cattivo gioco: era un tempo in cui c’era ancora spazio per conquistare un diritto per i più deboli.
Giuseppe Gregori