Mi sveglio di soprassalto, il cuore a mille. I miei occhi sbarrati captano immediatamente la luce che entra dalla finestra a lato del letto. Il vento ha spostato leggermente la tenda oscurante e ora la stanza è sufficientemente illuminata da permettermi di riuscire a vedere l’orologio sulla mensola alla mia destra: le otto in punto. Sospiro, infastidita. Ogni mattina è sempre la stessa storia. Dovrebbero essere giorni in cui posso dormire beatamente fino a mezzogiorno, sentirmi rilassata e fare colazione all’ora di pranzo, invece, il mio corpo sembra avere intenzioni diverse. Intorno alle otto di ogni mattina, appena un raggio di sole mi investe il viso, vengo scossa da una tensione ingiustificata, come se fossi in ritardo per chissà quale appuntamento e non mi fosse suonata la sveglia in tempo: mi prende un’ansia che mi provoca un dolore fisico tale da costringermi a sollevarmi con i gomiti, guardare l’orologio, capire chi sono e cosa ci faccio nel letto e, infine, realizzare che è estate, ho preso una pausa del lavoro e sono un’idiota.
Elena Beretta
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