Da oggi all’11 febbraio c’è PratoCity Vegetable Garden. Festival della riqualificazione sostenibile, si aprirà con l’inaugurazione della mostra sul cambiamento urbano legato alla pratica agricola e agli orti a cura di Stefania Rinaldi, che ripercorre con fotografie, cartografie, testimonianze video e documenti originali la storia del mutamento della città, allo scopo di legare in modo importante tutto il tessuto cittadino creando un percorso a ritroso, volto a rimarcare e ritrovare luoghi che assumono una funzione agricola e di incontro in città e a scoprire spazi ancora attivi, potenziali, racconti di socialità.
Un focus particolare di racconto è rivolto al quartiere del Soccorso di Prato, luogo di multicultura, che sarà oggetto nei prossimi 5 mesi di tre residenze artistiche e di numerosi eventi. Al suo interno ci sono le scuole Collodi, tra le più popolose della città con circa 700 alunni. Proprio le classi della scuola e i docenti, insieme al comitato di quartiere, saranno coinvolte attivamente in tutte le attività all’interno del festival, con laboratori e workshop n collaborazione con Elena Sanesi di Riciclidea Prato, ispirati al percorso formativo del Centro ReMida, Terre d’Acqua di Bologna.
La giornata di domenica 10 febbraio sarà occasione di uno scambio semi dalla partecipazione nazionale, organizzata grazie alla collaborazione con l’Associazione fiorentina Seed Vicious, con il coinvolgimento delle realtà invitate a riscoprire la biodiversità attraverso varietà antiche e piante in sinergia.
Previsti momenti dedicati alla sostenibilità e alle pratiche virtuose e il racconto di itinerari che arrivano all’interno del centro cittadino alla scoperta degli orti storici fin dal periodo medievale dentro le mura fino al primo Orto Urbano di Prato Spazi InVasi in via Arcangeli, proprietà delle monache di Santa Trinita nel periodo del 1300 e sede di un mulino e di orti di primizie fino alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’edificio fu distrutto durante un bombardamento alleato. Lo spazio si trova all’interno del quartiere del Soccorso e ne rappresenta il margine addossato alle mura. I giardini interessati dal progetto sono invece il margine di confine del quartiere.
Una sezione sarà curata in collaborazione con Giuseppe Bennati dell’Oasi apistica Le Buche di Poggio a Caiano e prevederà il racconto degli orti creati negli anni ’20 per formare i coloni nordafricanio durante il fascismo e la visita ad un Susino pianta madre di 100 anni ancora fruttifico e i figli legati alla banca del seme della biodiversità Toscana.
Grazie all’immenso patrimonio dell’Oasi ripercorreremo la storia dell’agricoltura del territorio, innescando un filo di senso legato alla scienza e al riconoscimento di specie antiche, autoctone da preservare, attivando un ideale ponte con la storia e il Museo della Natura Morta di Poggio a Caiano, dove sono conservati i dipinti di classificazione delle specie arboree di Bartolomeo Bimbi.
Sezione speciale sarà Green-teck, Talk e Tavolo di confronto. Le giornate contengono al loro interno esempi virtuosi e racconti di pratiche sostenibili legate alla sensibilizzazione verso il cambiamento climatico e alle nuove frontiere tecnologiche. L’utilizzo del suolo in agricoltura può infatti oggi assumere valenza di rigenerazione e riattivazione dei processi naturali che l’uomo ha nei secoli cercato di controllare e razionalizzare. La nuova sfida consiste nella creazione di dialogo e collaborazione tra uomo e natura, per la naturalizzazione dei processi umani, non come ritorno al passato ma come sguardo proiettato verso il futuro.
Nel contemporaneo diventa urgenza la definizione di pratiche che possano essere sostenibili per il nostro ecosistema, con la bonifica dai veleni industriali e il recupero di suolo grazie alle proprietà delle piante, il risparmio di acqua e la sua depurazione con metodi naturali, il rispetto del ciclo di crescita con la cultura della consociazione e dell’orto spontaneo, l’abolizione della monocoltura e la ricerca di nuova biodiversità con il recupero di semi antichi e piante commestibili ormai in via di estinzione, le nuove frontiere con la tecnica delle popolazioni evolutive. Saranno presentati progetti di innovazione sostenibile vicini a proposte inerenti le linee guida che l’amministrazione porta avanti nella ridefinizione del verde urbano, dalla connessione del lungofiume con gli orti urbani allo studio di forestazione legato al nuovo piano operativo. Sarà centrale l’autocostruzione e l’esposizione di una serra idroponica del progetto pratese BloomProject e la partecipazione di Iridra, azienda fiorentina, che presenta Hydrousa, progetto vincitore di un bando europeo Horizon2020, legati entrambi al tema dell’acqua come bene comune e la presenza dei ricercatori dell’associazione Caffe-Scienza.
Sarà infine attivato un collegamento-ponte con il centro cittadino grazie alla collaborazione con la Libreria indipendente Gori.
l festival fa parte di un più ampio progetto di CUT | Circuito Urbano Temporaneo e Riciclidea Prato, che ha per titolo Giardini di Prossimità, è promosso e sostenuto dalla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del Ministero per i Beni e le Attività Culturali vincitore del bando Creative Living Lab 2018 e patrocinato dal Comune di Prato.