Sono 177 i femminicidi avvenuti in Toscana nel periodo che va dal 2006 al 2019, una media di 12,6 l’anno. Praticamente più di uno al mese. È una cifre più eclatanti che emerge dalla lettura del XII Rapporto sulla violenza di genere in Toscana, presentato stamani dalla Regione Toscana. All’assessora regionale al sociale, Serena Spinelli è toccato il compito di aprire i lavori, ad Alessandra Nardini, assessora regionale alle politiche di genere, quello di concluderli.
I femminicidi
Quasi un terzo delle vittime è ultrasettantenne. Nella maggior parte dei casi esiste una relazione intima (continuativa o occasionale) al momento del femminicidio, anche se non si tratta esclusivamente di relazioni coniugali, ma di una serie di rapporti in cui si instaura una relazione di potere tra uomo e donna.
I centri entiviolenza
Sono 24 quelli attivi in Toscana, con una presenza capillare che assicura 95 sportelli di accesso, diffusi in ogni area della Toscana. Dal 2010 allo scorso anno sono 26.000 le donne che vi si sono rivolte. I primi accessi sono in crescita, passando dai 2.440 del 2016 ai 3.606 del 2019. Quasi due donne su tre accedono in modo diretto ai centri. Le altre vi arrivano tramite i servizi sociali (26,4%), le forze dell’ordine (15,5%) e i Pronto soccorso (8,4%). Nel 2019 lo hanno fatto soprattuitto le donne italiane tra i 30 e i 49 anni in possesso di un titolo di studio superiore, anche se si registra un aumento delle minorenni, spesso vittime di violenze sessuali.
Oltre il 40% delle donne non ha alcun tipo di reddito, una percentuale che sale al 51,6% nel caso di straniere. La forma di violenza più diffusa è quella psicologica, che si accompagna sempre anche a quella fisica. Gli autori sono soprattutto i partner o ex partner. Sei donne su dieci affermano che anche i loro figli hanno subìto una qualche forma diretta di violenza, un numero che sale al 66,7% in caso di donne straniere. Quelle che hanno sporto denuncia lo scorso anno sono state il 31,3% del totale.
Le case rifugio
Dalle 10 del 2013 si è arrivati oggi a 23 strutture segrete di protezione, per un totale di 148 posti letto. Lo scorso anno sono state 116 le donne lì ospitate, di cui 87 straniere con 144 tra figli e figlie. Sono state 65 quelle che hanno concluso il loro percorso presso una Casa rifugio. Il periodo medio di permanenza, con 319 giorni, si avvicina ad un anno. E l’accoglienza non ha limiti temporali. Nelle 23 strutture sono presenti 312 operatrici di cui 158 lo fanno a titolo volontario.
Il centro di documentazione dell’Istituto degli innocentiTIl centro di documentazione dell’Istituto degli innocenti
I dati raccolti evidenziano come negli ultimi tre anni c’è stato un aumento del numero dei casi di violenza alla quale hanno assistito dei minori: 1.487 nel 2017, 1.805 nel 2018 e 2.130 nel 2019 con un incremento del 43%. I maltrattamenti in ambito familiare aumentano del 23% passando dai 2.770 del 2017, ai 3.203 del 2018 ai 3.410 dello scorso anno.
La rete regionale Codice Rosa
Definisce le modalità di accesso e il percorso sociao sanitario per le donne vittime di violenza. Nel 2019 si sono registrati 1.645 accessi da parte di adulti e 305 da minori. Sono in crescita quelli da parte dei più giovani (18-29 anni) e i due terzi riguardano gli italiani. I maltrattamenti coprono la quasi totalità dei casi (93,7%) mentre gli abusi sessuali rappresentano il 4,4%. Residuale, ma raddoppiata nel 2019 rispetto all’anno precedente la quota delle vittime di stalking (1,9%). Nell’ultimo anno gli accessi al Pronto soccorso da parte di bambine e bambini sono stati il 15,6% del totale e il 10% ha riguardato bambini da zero a due anni. Un accesso su 5 riguarda ragazze e ragazzi tra i 15 e il 17 anni.
I consultori
Le persone assistite dai consultori nel 2019 sono state 905, con un aumento di 144 rispetto all’anno precedente e 3.365 prestazioni erogate. L’82,4% sono donne (754, di cui 91 minorennni). I minori vittime di violenze sono l’8% del totale. Si tratta di maltrattamenti psicologici (29,6%), abusi fisici (39,8%) e sessuali (6,6%) mentre un accesso su quattro riguarda situazioni di negligenza genitoriale.
I centri per uomini autori di violenze
Gli uomini accolti nei 5 centri attivi in Toscana a loro dedicati, sono stati 211 nel 2019, contro i 127 dell’anno precedente. Più di due su tre agiscono con violenza nei confronti della donna con cui convivono e il 10% verso i figli. Gli uomini violenti vi arrivano o per decisione propria (27%) oppure per segnalazione (61,6%) da parte del carcere, dei servizi sociali, del tribunale. Il 77,2% è di nazionalità italiana. Più della metà ha un’età compresa tra i 30 e i 49 anni. Il 41,8% ha la licenza media e il 12,4% la laurea. Tre su quattro hanno figli e nel 72% dei casi, minorenni.
Due su tre hanno esercitato violenza sulla partner attuale, il 20% sulla partner passata e il 10% sui figli. Il 23% degi uomini trattati ha concluso il percorso, il 28% ha abbandonato, ma la media nazionale degli abbandoni raggiunge il 33,6%.