Le elezioni anticipate tenutesi ieri domenica 30 gennaio 2022 in Portogallo hanno visto la vittoria del governo uscente del primo ministro socialista Antonio Costa, il quale governa il Portogallo, tramite il supporto esterno di partiti alla propria sinistra, dal novembre 2015.
Questa volta, con oltre il 99% dei risultati scrutinati, il Partito Socialista potrà governare da solo, avendo ottenuto almeno 117 dei 230 seggi al parlamento, oltre i 116 necessari per una maggioranza.
Le elezioni si sono svolte a causa di una sconfitta del governo sul voto per il bilancio tenutosi il 27 ottobre scorso, in cui i partiti del Blocco di Sinistra e il Partito Comunista del Portogallo (membro della lista CDU), denunciando il bilancio come inadeguato in aree sociali come l’aumento dei salari e il diritto all’abitazione, hanno votato insieme ai partiti della destra portando il presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa ad annunciare elezioni anticipate.
Sebbene abbia ottenuto la maggioranza assoluta dei seggi, nel suo discorso tenuto in seguito alla vittoria Costa ha dichiarato “Maggioranza assoluta non significa potere assoluto. Non significa governare da soli. È una maggiore responsabilità e significa governare con e per tutti i portoghesi”.
Nota dolente per la sinistra portoghese è tuttavia il terzo posto ottenuto dal partito di estrema destra Chega, il quale è passato dall’1,3% del 2019 al 7,2%. Inoltre il risultato deludente del Partito Social Democratico, il cui candidato era dell’ala più centrista, potrebbe spingere il partito verso posizioni più conservatrici, come di recente avvenuto alla CDU tedesca in cui, a seguito della sconfitta alle scorse elezioni, il nuovo congresso del partito è stato vinto dal candidato conservatore Friederich Mertz, interrompendo il più che decennale collocamento centrista del partito.
La vittoria decisiva dei socialisti ha sorpreso molti in quanto i sondaggi prevedevano un risultato diverso e molto meno trionfale per i socialisti, qui sotto (fonte wikipedia), il grafico con l’andamento della media dei sondaggi.
Con la vittoria socialista, la penisola iberica resta governata da partiti di centrosinistra, almeno fino alle prossime elezioni in Spagna, al momento governata dal governo di coalizione PSOE – Podemos del socialista Pedro Sànchez, che a meno di elezioni anticipate tornerà al voto a dicembre 2023
Immagine d’apertura: il primo ministro uscente del Partito Socialista Antonio Costa.